Pubblicato il 15 Giugno, 2020
“Roma è il salotto del mondo, la città che tutto il pianeta ci invidia. E i romani sono un popolo straordinario. Altro che cinismo: noi siamo un concentrato di generosità, saggezza e pazienza. Traffico a parte, a Roma la gente sa ancora godersi la vita. Amo pazzamente questa nostra città e mi diverto a scoprirla ogni giorno, anche nei miei film. Ho girato tutto il mondo. Ma non ho mai visto un posto più bello”.
Così Alberto Sordi descriveva Roma, la città dovʼera nato, a Trastevere, il quartiere probabilmente più popolare della Capitale. E in occasione del centenario della nascita dellʼattore, la sindaca Virginia Raggi, in collaborazione con la Fondazione Museo Alberto Sordi e la società C. O. R. ha promosso un incontro in ricordo di Albertone, come lo chiamano da sempre romani.
Per la sindaca, “Da osservatore attento quale era, Sordi ha raccontato l’umanità di quella Roma che amava definire un misterioso stato d’animo, un’atmosfera, una condizione sentimentale più che una città. Ha descritto la normalità dell’uomo qualunque mettendone in risalto difetti e pregi e mostrando, senza nasconderla, quella sottile amarezza che pure gli apparteneva. Una sensibilità grazie alla quale gli spettatori si riconoscevano negli atteggiamenti dei suoi protagonisti, sentendoli vicini e veri. Un uomo legato alla nostra città da un rapporto indissolubile, simbolo di Roma e della romanità che con grande orgoglio oggi tutti i romani vogliono ricordare”.
Virginia Raggi ha anche annunciato la data del 16 settembre per l’apertura della grande mostra presso la villa-dimora dellʼattore, che avrebbe dovuto essere inaugurata a marzo ma che è stata rimandata a causa della pandemia. La mostra farà conoscere il Sordi più segreto, quello che il pubblico non conosceva.