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Porto di Genova, al via il piano di rilancio in sei mosse per mordere la crisi

Porto di Genova, al via il piano di rilancio in sei mosse per mordere la crisi

Pubblicato il 21 Giugno, 2020

Porto di Genova, sei mosse per mordere la crisi. Sei punti strategici di un piano che dovrebbe delinearsi nei prossimi giorni e  sottoporsi al confronto con gli operatori privati entro l’inizio di luglio.

Per far fronte ad un’emergenza economica, frutto dell’emergenza sanitaria, che rischia di diventare sociale servono misure concrete. Gli effetti del coronavirus, si sa, hanno inciso, non poco, sullo scalo, costringendolo  ad una seria flessione. Tre mesi molto pesanti, con la prospettiva di una crisi dura da accettare. Anche a giugno, inutile nasconderlo, sarà un mese di sofferenza sul calo dei traffici. L’inversione di rotta dovrebbe arrivare finalmente a luglio.

Fondamentale è la messa a punto dell’accordo sul lavoro. Se è vero che i  traffici sono calati, le giornate di lavoro della Compagnia Unica hanno avuto, percentualmente, una flessione ancor più marcata. Il sostegno economico per la perdita di occupazione, definito una prima volta nel decreto Rilancio, non basta ad arginare un calo che nei primi cinque mesi si è tradotto in una perdita di 24mila giornate. A fine anno si stima di arrivare, addirittura, a 70mila giornate in meno, un terzo del dato complessivo.

Porto di Genova: si punta al raddoppio della quota di container

Si punta a raddoppiare, entro un anno, la quota percentuale di container che oggi scelgono la ferrovia. Genova è ferma al 13%, ma con interventi adeguati si può arrivare attorno al 20%.

Porto di Genova: la vera sfida e la chiave della partita

La vera sfida da vincere, però, rimane quella contro la burocrazia, favorendo la digitalizzazione alla tanta carta, e il punto nevralgico della partita si gioca, come sempre, sull’asse Genova-Roma a proposito della legge di riforma dei porti, che ha istituito le autorità di sistema.

Il presidente dell’authority Paolo Signorini, su questo fronte, si è già attivato invitando le forze politiche e sociali ad aprire un tavolo di confronto sul tema affinché il Porto di Genova possa essere la vera spinta riformista.

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