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22 June 2020, North Rhine-Westphalia, Rheda-Wiedenbrück: The logo and the lettering of the Tönnies company shine in the early morning on a sign on a building of the Tönnies meat factory. In connection with what is currently the largest local corona outbreak in Germany at the Tönnies meat factory in the East Westphalian district of Gütersloh, the corona virus was detected in more than 1300 employees. The district thus exceeds the limit agreed by the federal and state governments. Photo: David Inderlied/dpa (Photo by David Inderlied/picture alliance via Getty Images)

Coronavirus, oltre 1.300 contagiati nel mattatoio tedesco Tonnies

Torna la paura del virus in Germania, questa volta il focolaio è un mattatoio in Nordreno-Vestfalia, si ipotizzano condizioni di lavoro non a norma.

Pubblicato il 22 Giugno, 2020

Torna la paura del virus in Germania, questa volta il focolaio è un mattatoio in Nordreno-Vestfalia, si ipotizzano condizioni di lavoro non a norma

Appena appresa la notizia si è attuata la chiusura dell’impianto insieme alle scuole e i nidi dell’intera circoscrizione di Guetersloh. Tutti i lavoratori della Tönnies sono attualmente in quarantena e sono 670 le persone che vivono in una precisa area della città di Verl, non lontano dalla fabbrica, che sono state confinate in una zona rossa.

La situazione è molto tesa. Si temono anche disordini e proteste sociali, se chiusure e misure restrittive dovessero essere rimesse in vigore, prospettiva per nulla esclusa. Ieri mattina il ministro-presidente del Land, Armin Laschet, ha fatto una visita a Guetersloh per incontrare il comitato d’emergenza che sta gestendo la crisi e valutare da vicino la gravità della situazione, e non ha escluso la possibilità del ripristino del lock down per l’intero Stato. Il ministro della Sanità del Nord Reno-Vestfalia ha intanto disposto test obbligatori per l’intero settore della lavorazione delle carni,  che occupa circa 20 mila addetti e viene considerato particolarmente a rischio.

E’ stato ascoltato anche Clemens Tönnis, capo dell’azienda, il quale afferma che la causa primaria del contagio sarebbe da attribuire alle centinaia di lavoratori stranieri, in maggioranza polacchi e rumeni. Nel lungo weekend dell’11 giugno hanno visitato le famiglie nei loro Paesi d’origine, la prima volta dall’inizio della pandemia, dove si sarebbero infettati. Al ritorno in Germania, molti di loro hanno viaggiato insieme in bus sovraffollati anche per 17 ore.

Ma quello a cui Clemens non accenna sono le pessime condizioni di lavoro e di vita di questi lavoratori stranieri: alloggiati in massa in dormitori insalubri, dove non viene rispettata alcuna misura sanitaria o di sicurezza, e pagati con salari molto inferiori al minimo in vigore in Germania, grazie alla finzione di essere assunti da società sub-contraenti.

Di tutto questo Tönnis non fa parola, rifiutando ogni responsabilità. Non solo, il comitato d’emergenza contesta all’azienda di non fornire la lista completa degli indirizzi di tutti i dipendenti, impedendo in tal modo la verifica immediata dell’estensione del contagio e il suo isolamento.

Intanto, Anton Hofreiter, rappresentate de I Verdi al parlamento regionale, ha chiesto alle catene dei supermercati il boicottaggio dei prodotti di Tönnies.

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