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Emilia-Romagna: crisi nera del commercio

Pubblicato il 22 Giugno, 2020

Emilia-Romagna: crisi nera del commercio. Questo quanto emerso dall’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

E’ crisi nera per il commercio. Le vendite a prezzi correnti sono cadute dell’8,3 per cento nel primo trimestre del 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia- Romagna. Il più ampio crollo delle vendite fino a ora registrato interrompe una fase di contenimento della tendenza negativa e allontana la prospettiva di un possibile recupero.

L’epidemia di Covid-19 ha accentuato i processi di cambiamento che da anni caratterizzano il settore del commercio, con effetti immediati sui risultati economici.

Tra le tipologie del dettaglio, la caduta ha colpito soprattutto il dettaglio specializzato non alimentare, la perdita è contenuta per quello alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini registrano un boom di vendite. L’andamento negativo è più pesante per la piccola distribuzione, prossimo a quello complessivo per la media impresa, mentre la tendenza è molto più contenuta per le attività con 20 o più addetti. La pressione sulla base imprenditoriale si è ulteriormente accentuata (-3,1 per cento).

Congiuntura del commercio in Emilia-Romagna Primo Trimestre 2020

Le tipologie del dettaglio. Le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte del 2,7 per cento. Il dettaglio specializzato non alimentare ha subito – si legge nell’indagine – un colpo ben più duro (-15,1 per cento). Al contrario, iper, super e grandi magazzini hanno decisamente beneficiato della situazione ottenendo un forte aumento delle vendite (+8,3 per cento).

La dimensione delle imprese. I dati mostrano una correlazione positiva dell’andamento delle vendite con la dimensione aziendale, con un effetto soglia. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo
notevole e senza precedenti (-13,4 per cento). Le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, – leggiamo – registrano una caduta più contenuta (-9,0 per cento), ma superata solo da quella dell’ultimo trimestre del 2012. Per le imprese con almeno 20 addetti la tendenza risulta molto più contenuta (-2,5 per cento).

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