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“Salviamo la Costituzione”: in 15mila in piazza a Firenze per la difesa della vita

Pubblicato il 22 Giugno, 2020

Scuola, sanità, inquinamento elettromagnetico. Libertà di espressione e di informazione, libertà di movimento, libertà di cura, diritto all’istruzione. Davanti alle maestose architetture di Palazzo Vecchio e della Loggia della Signoria si riuniscono in tanti. Arrivano alla spicciolata da ogni parte d’Italia. Alle 5 del pomeriggio, infine, nel cuore di Firenze sono circa 15mila. Bianchi, colorati, mescolati, sbandieranti, riescono a produrre un grido unico e inequivocabile: salviamo la Costituzione.  Sul palcoscenico si avvicendano per diverse ore parlamentari, medici, biologi, avvocati, scrittori, fisici, ricercatori, nutrizionisti. Nessuno lo sa, i tg non ne parlano, i giornali abbozzano, perché questo è il fronte del No. No alla narrativa di questi mesi, no alla strategia del terrore, no al controllo dei cittadini, no alle limitazioni di libertà, no ai trattamenti sanitari obbligatori, no al divieto di autopsie sui poveri morti di o con Covid.  E per altro verso Sì alla libera informazione, sì alla libera scuola, sì alla libera scelta, sì alla scienza libera da conflitti di interesse sempre più evidenti.

Fuochi di resistenza

C’è Sara Cunial, parlamentare del Gruppo Misto, protagonista un paio di mesi fa di un intervento a Montecitorio che le è valso migliaia e migliaia di visualizzazioni Youtube: prima a far risuonare nelle aule istituzionali i nomi di Gates e Soros, legati alle grandi strategie del controllo globale, Cunial è oggi portavoce (diremmo capopopolo a giudicare dai numeri che la rete restituisce) di R2020, un movimento popolare apartititco nel quale confluiscono  le istanze di “chiunque abbia a cuore la tutela del Bene Comune e la difesa dei diritti costituzionali”.  “Fuochi di resistenza è un’espressione che ha usato Giulietto Chiesa durante uno dei suoi ultimi discorsi. Un messaggio importantissimo che lui ci ha voluto regalare, e di cui io ho voluto farmi portavoce”, esordisce Sara, citando il giornalista recentemente scomparso. “Non smetteremo mai di portare le vostre parole dentro le istituzioni, perché le istituzioni tornino a essere luogo dei cittadini. Ce le dobbiamo riprendere. E per farlo dobbiamo capire che il potere è nostro, che la Costituzione siamo noi”, conclude fra gli applausi.

Medicina e pensiero critico

E’ apartitico anche il ComiCost, Comitato per la difesa delle libertà costituzionali rappresentato a Firenze da Stefano Manera, medico anestesista reduce dalla prima linea all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, “dove abbiamo avuto buoni risultati nella cura dei pazienti contagiati dal Covid, attestandoci su un tasso di mortalità in linea con quello mondiale”, ma “dove certamente avremmo potuto fare di più. Perché il fare di più in medicina è fondamentale”, dice. “Significa esercitare pensiero critico, avere dubbi, farsi delle domande, non cadere nel dogmatismo”, aggiunge. C’è poi Massimo Fioranelli, medico internista e cardiologo, autore negli scorsi mesi – fra le altre cose – di un toccante scritto sulla necessità di recuperare alla medicina il ruolo che le è proprio: “la mia generazione di uomini, medici, ha fallito”, scriveva nel giorno di Pasqua 2020, una Pasqua resa spettrale e irriconoscibile dalla pandemia. “Non siamo riusciti a contrastare una falsa concezione della scienza, una deriva scientista contraria alla natura dell’uomo e dell’ambiente in cui vive”, “sostenuta da un sistema informativo di parte, medievale, soggiogato, dipendente, violento”, scriveva allora, regalando il suo scritto a centinaia di migliaia di visualizzazioni social.

L’informazione omologata

C’è l’avvocato Carlo Prisco, che si scaglia contro la censura degli ultimi mesi, quella che sui social e sui canali video ha oscurato tutte le voci dissidenti. “Oggi il dittatore non ha più il fucile e non è più uno solo; il dittatore diventa  il vicino di casa che crede di essere il salvatore perché la televisione gli ha detto che c’è un pericolo mortale che viene portato in giro da chi gli abita accanto”, tuona, invitando tutti a “diventare fari di verità”, senza paura di etichette che vengono utilizzate per neutralizzare chi si fa portatore di idee differenti.  E ancora Luca Speciani, medico e agronomo nutrizionista, Guido Gheri, fondatore di Radio Studio 54, Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’Alleanza Stop 5G, gli scrittori Marcello Pamio e Cosimo Massaro, scrittori, Paolo Orio, presidente dell’associazione italiana Elettrosensibili, la docente di scuola primaria Rossella Ortolani. E poi ci sono ancora Stefano Montanari e Antonietta Gatti, sodali nella vita e nel lavoro, autori – nel rispettivo ruolo di farmacista esperto in nanoparticelle e di fisico e bioingegnere – di numerosi studi e ricerche sulle patologie legate alle polveri sottili, in questi mesi protagonisti di una narrazione alternativa sulla epidemia da Coronavirus, costata loro anche alcune denunce, oltre che censure sui canali audio e video che ne facevano parola. Gatti legge in piazza della Signoria l’articolo 32 della Costituzione: si parla quindi di diritto alla salute e di libertà di cura. Poi legge alcuni passi da una sentenza del 1945 del Tribunale di Norimberga che vieta  i trattamenti sanitari obbligatori, come pure brani sulla stessa linea  dalla Convenzione di Oviedo (2000). “Vogliamo richiamare chi ci governa a fare leggi rispettando questi diritti”, tuona. “Sono sempre stata rispettosa delle leggi, durante il lockdown sono stata chiusa in casa, soltanto dopo ho capito che qualcosa non andava. E quando tutto è finito sono cambiata: adesso vado a comprare a chilometro zero e nel negozio vicino casa, così posso fare in maniera che rimanga aperto. Lasciamo perdere le multinazionali”, incita la scienziata. Che infine si inchina alle migliaia di persone assiepate nella piazza,  che incarnano “la speranza di qualcosa di diverso per il nostro domani”, ringraziandole “di non avere la maschera anche sugli occhi”.  Insomma, conclude Massimo Rodolfi, consigliere di Movimento 3V, che promuove la manifestazione, non si tratta neanche più  di lottare contro farmaci inquinati, antenne inquinanti,  leggi violate, strade vuote e informazione omologata: “Qui si tratta di difendere la vita sul pianeta. A noi tocca unirci e riconoscerci nella difesa della vita e di un principio fondamentale: primum non nocere”.

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