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Lo stalker di Giorgia Meloni condannato perché “delirante e pericoloso”

Le motivazioni della condanna allo stalker di Giorgia Meloni

Pubblicato il 23 Giugno, 2020

“Minacce in un contesto di per sé inquietante, attraverso un linguaggio violento”: è quanto si legge nella motivazione del giudice Eleonora Santolini sulla condanna avvenuta due mesi fa nei confronti di un uomo denunciato a suo tempo dallʼonorevole Giorgia Meloni.

Il personaggio in questione è Raffaele Nugnes, condannato nel maggio scorso a due anni di reclusione. Meloni aveva scoperto, in modo casuale peraltro, le minacce a lei indirizzate dallʼuomo. La vicenda risale al 2019, quando Nugnes, 43 anni, di Caserta, ha iniziato a postare su Facebook accuse allʼonorevole. Secondo Nugnes la figlia di Meloni sarebbe in realtà sua e la deputata lʼavrebbe sottratta al padre naturale.

Meloni ha sostenuto di aver scoperto la cosa solo quando la Digos e sua sorella, alla quale era stato indirizzato un video minaccioso, lʼhanno portata a conoscenza della pagina Facebook di Nugnes, il quale insisteva nel voler incontrare la leader di Fratelli dʼItalia, altrimenti avrebbe commesso una strage. Inoltre, Nugnes impauriva la donna affermando che si sarebbe ripreso la figlia a tutti i costi, fino al punto di arrivare a Roma per cercare di scoprire dove abitasse Meloni.

Nella condanna a due anni, più un terzo da trascorrere in una residenza per lʼesecuzione delle misure di sicurezza, si accoglieva anche la richiesta della procura, riconoscendo nei confronti dellʼimputato, definito nella motivazione “delirante e pericoloso”, un vizio parziale di mente. Infine, si fa notare nella motivazione la serie di commenti a favore di Nugnes con “numerose persone che hanno partecipato al dibattito intavolato via social, assumendo, in taluni casi l’aprioristica difesa dell’imputato”.

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