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Lo strano caso dei concerti saltati e del bando per l’utilizzo dello Stadio

Pubblicato il 24 Giugno, 2020

C’è il nuovo bando – accolto anche questo tra qualche polemica – per l’utilizzo dello Stadio in concessione per eventi. Una procedura telematica – con scadenza il 30 giugno – per una durata di 30 anni e per un valore totale stimato di 300 mila euro – per l’affidamento dell’appalto, ai sensi dell’art. 60 del d.lgs. n. 50/2016, concernente la concessione per la conduzione, gestione e messa a norma dell’impianto sportivo “Stadio F. Scoglio” con oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del concessionario. E allo stesso tempo, quasi nello stesso momento, Messina deve dire “addio” ai concerti previsti – e attesi. Origine di questo “addio” lo scontro tra il Comune da una parte e la concessionaria “Musica da bere” dall’altra.

Scriveva il 20 giugno sulla propria pagina facebook “Musica da bere”: “Oggi se non ci fosse stata questa maledetta emergenza sanitaria avremmo aperto il cantiere di lavoro allo Stadio (lo Stadio è il San Filippo, ndr) di Messina per montare il palco di Tiziano Ferro. Avremmo acceso i riflettori dello Stadio e centinaia di persone sarebbero lì a lavorare con noi, nella corsa contro il tempo per rendere tutto pronto, tutto perfetto, tutto sicuro per il giorno del concerto per i 40 mila spettatori che sarebbero accorsi. Il virus ha impedito tutto questo. Il Comune di Messina ha cancellato la Città dai concerti futuri. Nel 2021 recupereremo altrove il concerto, negli anni successivi programmeremo in altra Città. Oggi vogliamo dare un pensiero ed un saluto a tutti gli amici messinesi che per 13 anni hanno collaborato con noi per i concerti al San Filippo: le maestranze, gli amici, i collaboratori, le tante ditte coinvolte, le centinaia di semplici lavoratori”.

Qualche giorno prima, infatti, il Comune di Messina aveva avvisato la società che non era possibile fissare una data per “recuperare” i concerti previsti (Tiziano Ferro ma anche Ultimo) per il 2021. La risposta non è tardata. Così come non si sono fatte attendere le proteste, dentro e fuori il Palazzo (le prime voci dissenzienti sono state quelle del PD, del Movimento 5 Stelle e dell’associazione “Vento dello Stretto”).

Tra i temi presenti nelle critiche alla posizione del Comune, a risaltare sono stati soprattutto due elementi: per un verso la perdita di spettacoli già previsti e che tanti (si parla ovviamente di migliaia di persone) si erano messi nel cuore, per altro verso la perdita economica e lavorativa del grande indotto mosso da concerti di questa portata. Ma tant’è.

A queste critiche l’assessore al ramo ha risposto indirettamente. Con una nota ufficiale l’Amministrazione dichiarava infatti che “la pubblicazione della determina a contrarre costituisce la prima fase della procedura di gara per l’aggiudicazione della concessione per la gestione dello Stadio, alla quale farà seguito la pubblicazione del Bando nella Gazzetta Ufficiale (oggi pubblicato, ndr). Si tratta dunque dell’avvio formale della complessa procedura amministrativa che l’Amministrazione comunale ha avviato con la modifica del piano di equilibrio del 23/11/2018 nel cui ambito, in osservanza di quanto previsto nel ‘Salva Messina’, si era stabilito di affidare in concessione a terzi gli impianti sportivi comunali tra cui anche lo Stadio ‘Franco Scoglio’. Pertanto non si tratta di una mossa tecnica dell’Amministrazione comunale, e di certo non risponde alla presunta volontà di accelerare i tempi di un bando che era già pronto e che, semmai, ha sofferto i ritardi dovuti allo stato di emergenza per l’epidemia da COVID-19, per cui si è volutamente e doverosamente atteso l’avvio della Fase 2 per consentire alle società interessate di potere avere conoscenza della pubblicazione dell’atto in questione. In riferimento poi al ‘caso concerti’ risulta del tutto fuori luogo – conclude l’Assessore – atteso che il Comune di Messina ha ottenuto, con la sentenza di ieri, giovedì 14, il pieno riconoscimento della legittimità della propria azione amministrativa con il rigetto, per inammissibilità, del ricorso al TAR proposto dalla società Musica da Bere”.

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