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Frode per oltre 6 milioni di euro

Frode per oltre 6 milioni di euro. Operazione del Guardia di Finanza di Firenze per contrastare forse fiscale di una società di commercializzazione di apparecchiature hi-tech

Pubblicato il 25 Giugno, 2020

Frode per oltre 6 milioni di euro. Operazione della Guardia di Finanza di Firenze per contrastare una presunta frode fiscale da parte di una società impegnata nella commercializzazione di apparecchiature hi-tech. Le indagini del Comando Provinciale delle Fiamme Gialle hanno portato al sequestro preventivo di circa 6,5 milioni di euro. Il decreto è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze su richiesta di Fabio Di Vizio, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Firenze, nei confronti dei due soci amministratori di questa società fiorentina e di un terzo soggetto. L’attività, sviluppata in Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia, ha consentito allo stato di sequestrare due appartamenti e oltre 400.000 euro tra saldi di conti correnti, contante, quote societarie e veicoli di grossa cilindrata.

Tutto è iniziato da una verifica fiscale effettuata dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Borgo San Lorenzo, che ha permesso di rilevare che, secondo i finanzieri, la società ha preso parte nell’arco di diversi anni a un più ampio meccanismo di evasione all’IVA con acquisti intra-europei di beni per oltre 30 milioni di euro. Nei rapporti commerciali con i fornitori comunitari si sono interposte 9 società con sede a Roma, Milano e Napoli, che non hanno assolto gli obblighi di versamento delle imposte e che, variamente, sono risultate del tutto inesistenti, dedite ad altro o rappresentate da soggetti di fatto estranei alla gestione, secondo la ricostruzione giudiziaria. In un caso, la società risultava amministrata da un soggetto che si trovava in carcere.

I beni rientravano nei Paesi di provenienza, in particolare Polonia, Olanda, Ungheria, Romania, Cipro e Repubblica Ceca, in parte anche attraverso ulteriori società “filtro” con sede in Lombardia, Veneto e nel Lazio. Le perquisizioni effettuate nel corso dell’indagine hanno consentito di rinvenire e sequestrare una notevole mole di documentazione, nonché di dati informatici relativi alle transazioni commerciali, le cui partite finanziarie venivano spesso regolate su conti correnti esteri, sostengono gli inquirenti.

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