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Sagre: premiate dai numeri e dai turisti

Le sagre della discordia

Confcommercio Brescia e Confesercenti della Lombardia orientale inviano ai Sindaci della provincia un appello per fermare le sagre. Una concorrenza sleale, a loro dire, per Bar e ristoratori. Ma è proprio così?

Pubblicato il 27 Giugno, 2020

“Ci appelliamo al buonsenso della Amministrazioni comunali affinché annullino o perlomeno selezionino il più possibile lo svolgimento delle sagre sia per garantire la sicurezza dei cittadini sia per non compromettere ulteriormente il settore della ristorazione”.

La lettera ai Sindaci

Queste le parole usate, senza mezzi termini, da Confcommercio Brescia e Confesercenti della Lombardia orientale in una lettera inviata ai Sindaci di tutti i comuni della provincia di Brescia.  L’Ordinanza Regionale 566 del 12 giugno 2020 ha previsto la ripresa dello svolgimento delle sagre, tuttavia, senza introdurre particolari protocolli sanitari dedicati al settore della somministrazione, con il pericolo di vedere assembramenti incontrollati e procedure di sicurezza aleatorie.

Certo, un po’ in contrasto con le bizantine e dispendiose  misure  che ristoranti e bar hanno dovuto applicare in questa fase di ripartenza ancora molto lenta per tutto il settore. Tra le tante, basti ricordare gli extracosti per la sanificazione, la riduzione dei coperti e non da ultimo la riorganizzazione dei processi di lavoro.

La concorrenza delle Sagre

Le sagre così, secondo i firmatari della lettera, costituirebbero una concorrenza selvaggia al momento poco gradita oltre ad essere, come scritto nel comunicato congiunto diramato dalle due Associazioni, “eventi che hanno, per la maggior parte, ormai perso ogni legame con la tradizione del territorio e sono diventate mere attività di business con oltre 1.600 appuntamenti annuali”.

Sagre si, sagre no: scontro all’ultimo euro

Certo, con questi chiari di luna, ogni euro diventa fondamentale. È utile ricordare però che proprio le sagre hanno costituito un importante momento di aggregazione, di rilancio del turismo in ogni parte della provincia e soprattutto, sono sempre state premiate dal pubblico con flussi di presenza sempre crescenti.

La parola ora passa ai Sindaci e alle istituzioni: non facile la soluzione in questa prima manifesta guerra tra poveri.

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