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Ristorazione collettiva settore fortemente in crisi con 61mila esuberi

Pubblicato il 30 Giugno, 2020

Secondo uno studio condotto da Oricon , Osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione, sono 96.600 i lavoratori del settore con un’età media superiore ai 50 anni e con contratto a tempo indeterminato e quel che è peggio la ricerca evidenzia come la ristorazione collettiva sia uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus perché ad oggi sono 61 mila i lavoratori in esubero.

La pandemia ha inferto un duro colpo a questi operai, basti pensare agli addetti mensa per scuole, fabbriche, e istituti del settore terziario. Secondo Oricon si è perso il 67% di fatturato complessivo tra marzo e aprile e una parte del mese di maggio.

A preoccupare maggiormente non tanto le scuole che sono destinate a riaprire, quanto la distruzione dei pasti per le aziende, sempre più inclini al lavoro da casa.
La perdita di 61 mila posti di lavoro si tradurrebbe in una mancanza di redditi per 1,3 miliardi lordi ai lavoratori, in prevalenza donne e con più di 50 anni e quindi difficilmente ricollocabili sul mercato. Ma si tratterebbe anche di una grossa perdita anche per le casse statale e dell’INPS che dovrebbe rinunciare ad imposte su 1,3 miliardi di euro di imponibile e per oltre 500 milioni di euro l’anno tra contributi previdenziali, oneri assicurativi e altri oneri non corrisposti dal lavoratore e dal datore. 

Il presidente Oricon Carlo Scarsciotti chiede a tutela del lavoratori del settore di rivedere la decisione di adottare in modo sempre più diffuso la smartworking in azienda. Inoltre richiede come misure cautelative: la cassa integrazione, la sicurezza sulla riaperture delle scuole, la semplificazione burocratica e una revisione dei contratti con prezzi che non vadano a gravare sulle famiglia già in difficoltà. 

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