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Come usare le parole

Come usare le parole e pesarle nel mondo giusto? La psicologa risponde

Le parole possono pesare come macigni sia in senso positivo che negativo, perciò è fondamentale utilizzarle nel modo opportuno anche in una società dove apparire sembra più importante dell’essere.

Pubblicato il 4 Luglio, 2020

Viviamo nell’epoca dell’apparire, in cui la comunicazione sembra essere passata in secondo piano o quanto meno cambiata. Eppure capire come usare le parole è importante per rafforzare e costruire le relazioni, perciò ci siamo rivolti alla dottoressa e psicologa Rosa Perfido per capirne di più.

Come può essere definita la parola in relazione alla comunicazione?

“Prendo a prestito una frase del filosofo Ralph Waldo Emerson, secondo il quale la parola è potere: si parla per persuadere, per convertire, o per costringere.

Quindi la parola non è solo la rappresentazione di un’idea o di un’azione, ma è una forza che tutti abbiamo e che possiamo usare. Ma quanto vale la parola?

Da un punto di vista culturale le parole hanno una forza e una valenza positiva, perché è sempre meglio una parola detta da una non detta, anche quando si dice che le parole possono far male, possono ferire, possono spaventare, possono accarezzare, possono contagiare.

Facciamo qualche esempio:

  • mantieni una distanza di sicurezza da chiunque tossisca o starnutisca;
  • se fai tardi chiama così non sto in pensiero;
  • se vuoi piangere sarò la tua spalla;
  • per me non esisti più.

Non ho parlato di Covid, di madri che si raccomandano, di amici o di nemici. Ho solo elencato delle frasi. Quanto sono forti le parole appena lette? E che emozioni hanno sortito? Paura, affetto, amore, odio? Su ogni persona hanno un effetto diverso, ma sicuramente lasciano il segno”.

Quali sono gli effetti positivi e negativi?

“A prescindere dal proprio stato d’animo che condiziona il messaggio recepito, le parole finché non sono pronunciate non sortiscono nessun effetto emotivo. Ma nel momento in cui vengono pronunciate palesemente allora si evidenzia il cambiamento. I fatti parlano più delle parole ma finché non si pronuncia la “parola chiave”, nella persona non scatta la molla emozionale palese, positiva o negativa che sia.

Le parole possono diventare tabù, possono scatenare mali sociali già preesistenti, possono creare euforia, esaltazione, ottimismo.
È inutile nasconderlo, le parole condizionano i comportamenti e le idee.

Come diceva anche Bruner, psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva e della psicologia culturale, le parole condizionano e sono condizionate a loro volta dalla cultura e dalle parole che si dicono e che si ascoltano. Lo stesso Bruner infatti dimostrò che il significato di una parola cambia a seconda della cultura di appartenenza e di riferimento”.

Che consiglio si sente di dare per una comunicazione corretta e virtuosa?

“Ogni parola può sortire un effetto, positivo o negativo, dal punto di vista soggettivo o dal punto di vista oggettivo. Ciò che conta è che ogni parola va soppesata e valutata in riferimento al contesto e al mittente: non tutto ciò che viene detto corrisponde al vero e non sempre il messaggio recepito è quello vero.

Le parole sono un dare e avere, quindi da oggi fermiamoci a pensare un secondo in più prima di scrivere un messaggio, prima di rispondere a una persona, prima di chiedere un qualcosa: in quel momento stiamo dando un’emozione per riceverne un’altra”.

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