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Allarme salmonellosi a Messina: controlli, polemiche e black list false

È allarme salmonellosi a Messina. Un solo caso accertato: si tratta di un ritrovo della zona centro-nord di cui le autorità non forniscono il nome. Ma vengono diffuse black list false. Confesercenti: “Fate i nomi, altrimenti a pagare è l’intero settore”. Cannistrà (M5S) e Bramanti (Lega): “Necessario fare subito chiarezza”

Pubblicato il 5 Luglio, 2020

È allarme salmonellosi a Messina, città nota per la sua tradizione di pasticceria e gelateria. Dopo che una dozzina di persone, tra le quali due bambini, sono finite in ospedale, dopo i controlli della sezione annona della polizia municipale a supporto degli ispettori dell’Azienda sanitaria, dopo la notizia di un noto locale del centro chiuso per carenze igieniche, è la volta delle black list sui social e delle proteste di associazioni e politica.

Il primo sospetto è di due settimane fa. Finiscono in ospedale due bambini e una decina di adulti. Avevano mangiato tutti in pasticceria. I medici fanno tutti i controlli del caso, curano e prevengono le conseguenze più serie e scatta un allarme. I sintomi manifestati dai pazienti fanno pensare alla salmonellosi.

Da allora ad oggi controlli a tappeto in pasticcerie, ristoranti, bar. A farli in supporto dell’Azienda sanitaria viene impiegata anche la polizia municipale. L’unico caso riscontrato è quello di un esercizio della zona centro-nord della città per il quale – nelle due date “incriminate”, il 19 e il 24 giugno – si sono riscontrati gli episodi di disturbi da infezione intestinale da cui è nata tutta la vicenda.

Sospetto salmonellosi: circolano notizie “incontrollate”

Nel frattempo, però, via WhatsApp, c’è chi ha approfittato dell’atmosfera surriscaldata per portare avanti proprie “guerre” personali. Ed ecco che cominciano a circolare – freneticamente – black list diverse e tutte indicate come “esatte”.

Il nome dell’unica pasticceria per cui c’è conferma di situazioni igieniche al di sotto degli standard di sicurezza non è stato reso noto. Lo impone la legge. Quindi qualsiasi black list è falsa. Ciò non basta però a tutelare l’immagine e l’economia di un intero settore produttivo che si ritrova nell’occhio del ciclone della calunnia.

Confesercenti: “Si facciano i nomi dei locali a rischio salmonellosi”

“Gli organi competenti si prendano la responsabilità di fare i nomi delle pasticcerie a rischio salmonellosi”, scrive Confesercenti. “La diffusione delle notizie relative ai casi di cittadini intossicati dopo aver mangiato dolci, senza specificare la provenienza degli stessi, ha causato infatti un duplice e deprecabile effetto. Da un lato ha gettato nel panico i cittadini che giustamente temono per la propria salute, dall’altro ha esposto un intero comparto al discredito dei consumatori. Questo fa sì che le attività di pasticceria, già duramente provate dal lockdown e dalla crisi, stiano subendo ingiustificatamente un ulteriore calo. Gli organi preposti inoltre non diffondendo i nomi delle attività realmente coinvolte in questi fenomeni, adducendo motivazioni legate alla privacy, hanno prestato il fianco agli sciacalli che nelle scorse ore si sono divertiti a diffondere sui social media liste di pasticcerie che nulla avevano a che fare con i casi di salmonella”.

 “Il fango gettato addosso alle attività di pasticceria dagli sciacalli del web -dichiara il presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella – che hanno diffuso le false black list non può e non deve passare sotto silenzio. Invitiamo dunque la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni ad effettuare tutte le indagini opportune al fine di risalire agli autori del gesto. Il danno di immagine provocato alle pasticcerie che figurano nei messaggi inoltrati sui social e via chat- conclude Palella- è incalcolabile se sommato alla diffidenza maturata nei consumatori a seguito della mancata diffusione dei veri nomi da parte delle autorità competenti”.

L’intervento dei consiglieri Cannistrà (M5S) e Bramanti (Lega)

“È arrivato il momento di fare chiarezza sulle pasticcerie a rischio salmonellosi. Si è verificata troppa confusione nella gestione di questo fatto di cronaca, che ha determinato un danno all’immagine di numerosi esercizi commerciali della nostra città, i cui nomi sono finiti in vere e proprie liste di proscrizione totalmente inventate, rimbalzando nelle chat e nei social”, dichiarano i consiglieri comunali Cristina Cannistrà (M5S) e Dino Bramanti (Lega), membri della Commissione consiliare Igiene e Sanità.

I due consiglieri aggiungono: “Siamo molto perplessi dal fatto che il sindaco De Luca, che è la massima autorità sanitaria nel Comune, non sia intervenuto sulla vicenda e il suo silenzio ha creato ulteriore confusione nella gente, che ha paura di acquistare i prodotti dolciari, mettendo in difficoltà il comparto delle pasticcerie, già fortemente provato dalla crisi causata dal coronavirus”.

“Inoltre, l’assenza di un regolamento igiene e sanità nel nostro Comune, non ha facilitato la situazione perché da questo documento dipende la disciplina che regola i controlli sulle attività che vendono prodotti alimentari. Della predisposizione di questo regolamento se ne discuterà fra due settimane nella Commissione consiliare Igiene e Sanità. Nel frattempo – concludono Cannistrà e Bramanti – auspichiamo che venga fatta luce sulla vicenda e vengano resi noti i nomi delle persone che hanno messo in giro queste fake news e degli esercizi commerciali realmente coinvolti”.

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