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Psicologia in grani : “Perché facciamo marcia indietro?”

Pubblicato il 5 Luglio, 2020

Voi avete la certezza che domani sorga il sole? Detto così sa di sciagura imminente, ma la risposta è NO, perché la vita è dominata dall’incertezza. La sfera di cristallo non esiste, pertanto è consigliabile prendere atto del fatto che la nostra vita può cambiare radicalmente nel giro di qualche secondo. O addirittura, nello stesso tempo, finire, senza averne nessun preavviso. “È probabile che l’improbabile accada” disse Aristotele e provate un po’ a dargli torto.

Ma lasciamo perdere la statistica. Se pensiamo alle casualità della vita c’è di che ridere nell’enumerare le cose più assurde che possono capitare. Il punto è che se volessimo compensare l’incertezza che domina il mondo e la vita, non è detto che si possa fare affidamento a noi stessi e alla nostra stabilità. Il ladro che a Prato si spaventa per le grida della tabaccaia e si autodenuncia (DayItaliaNews, 02/07/2020) è la dimostrazione che se gli eventi della vita sono qualcosa di incerto, forse siamo a noi stessi (al di là del caso citato) a contribuire all’aleatorietà della vita. La nostra vita! 

Freud scoprì che le dinamiche inconsce sono movimenti molto potenti della psiche, che vanno decodificati affinché non ci vivano la vita senza che ci mettiamo mano. È un lavoro “sporco” ma qualcuno deve pur farlo (gli psicoanalisti). Dunque: da una parte abbiamo l’incertezza intrinseca al mondo, il caso, il cigno nero (per citare il titolo di un’interessante saggio di Taleb). Dall’altro ci siamo noi con la nostra incertezza emotiva, la mancanza di determinazione nel portare avanti un progetto. I motivi dell’incertezza emotiva, ciò che ci spinge a rinunciare, sono infiniti quante sono le vite umane, e non è un gioco da ragazzi individuare ciò per cui siamo pronti, il tempo e il modo per fare le cose che ci siamo prefissati. Bisogna, credo, imparare a pensare e imparare ad accettare le sconfitte. Ecco perché la scuola deve educare fin dall’infanzia anche alla rinuncia. Ecco perché un genitore deve cercare il meglio per il proprio piccolo, ma senza dimenticare di insegnargli il sacrificio. 

D’altro lato, la mia analista didatta una volta mi disse: “Se una persona è profondamente convinta di una cosa, qualsiasi cosa, la farà”. Il segreto è quella profondità. Il difficile è gettare il sasso nel pozzo e sentire dopo quanto tempo arriva. Senza spaventarsi. 

Pier Paolo Giusti, psicologo e psicoterapeuta

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