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“Affaire” randagi, la protesta dei volontari e degli animalisti di Messina

Oggi sit di protesta contro quella che animalisti e volontari considerano la “deportazione” dei randagi messinesi in un canile esterno. Il bando del Comune – che scade domani – apposta più di un milione di euro per il servizio. Ma – spiegano i volontari – “così il problema non si risolve”.

Pubblicato il 7 Luglio, 2020

Come annunciato, si è tenuto oggi il sit di protesta contro quella che animalisti e volontari considerano la “deportazione” dei randagi messinesi in un canile esterno. Il bando del Comune – che scade domani – apposta più di un milione di euro per il servizio. Ma – spiegano i volontari – con un investimento anche inferiore si può costruire una struttura a Messina e, in accordo con le associazioni, dare una vita serena e dignitosa ai randagi. Soprattutto – dicono nel sit in di protesta davanti al Municipio – “il randagismo non si risolve così, si risolve con una politica attiva che metta insieme istituzioni e società civile, in grado di far cambiare la mentalità di chi abbandona. Senza campagne di sensibilizzazione e di informazione, senza politiche vere ed efficaci per la sterilizzazione, tra pochissimo in strada si ritroveranno altrettanti randagi di quelli che oggi si vuole portare via dai rifugi in cui sono accuditi e curati giorno dopo giorno dai volontari che li conoscono”.

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“La legge – precisano i volontari consente il bando. Ma la nostra risposta sta in uno degli striscioni che abbiamo preparato nel quale si legge: ‘100% di legalità – 0% di umanità’. Ciò che non si vuole capire è che – come dimostrato da tante esperienze fatte altrove, in Italia e all’estero – la soluzione vera è un’altra, questa ‘deportazione’ serve solo a spostare il problema all’immediato futuro Ed è una soluzione che costa moltissimo. Come faranno i ‘nostri’ cani, anzi i cani ‘del Comune’, perché i randagi sono per legge del Comune, a sopportare il trauma di essere strappati all’unica realtà, all’unico luogo e alle uniche persone che finora se ne sono occupati, peraltro a costo zero? Molti dei nostri randagi sono vecchi e malati. Chiediamo al sindaco De Luca e all’assessore Minutoli di rispettare le promesse che loro stessi avevano fatto, e cioé di darci un po’ di tempo per trovare adozione ai randagi di cui ci occupiamo ma anche di confrontarsi con noi per creare insieme tutti i percorsi – sterilizzazione, sensibilizzazione, supporti a chi adotta – che sono davvero in grado di sconfiggere il fenomeno randagi a Messina”.

E dopo la protesta, l’incontro e la decisione di ritirare il bando in autotutela da parte del Comune. Così il comunicato: “L’assessore Minutoli, dopo un confronto con il Segretario-Direttore Generale Rossana Carrubba, ha preso atto delle difformità presenti nel bando predisposto dall’Ufficio Benessere degli Animali. Pertanto, sulla scorta di queste informazione l’Assessore ha chiesto formalmente al dirigente il ritiro in autotutela del bando in questione, per apportare i dovuti aggiustamenti”. Resta da chiedersi, visto che questo era il terzo o quarto bando presentato e poi ritirato, quando verrà pubblicato un bando nuovo, con il medesimo obiettivo.

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