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Studenti universitari in assemblea in piazza Umberto: aspettiamo rettori e politici

Pubblicato il 6 Luglio, 2020

Armati di sedie, tavolini, appunti, calcolatrici, libri, mascherine gli studenti restano in strada. “Vogliamo che il nostro #dirittolallostudio sia garantito, che le aule studio e le biblioteche vengano riaperte in modalità più democratiche rispetto a quelle attuali e che gli spazi istituzionali – e non – vengano ripensati nelle modalità di fruizione per garantire a tutti gli studenti di avere un posto in cui studiare”, scrivono sulla loro pagina facebook, mentre si apprestano ad affrontare l’ennesima giornata di protesta. Si chiamano proprio “Studenti in strada per il diritto allo studio” e manifestano trasferendo aule e scrivanie in piazza Umberto, a Bari, dove anche oggi sono riuniti per fare valere le proprie istanze.

La lettera alle istituzioni

E’ di ieri l’ennesima missiva rivolta alle istituzioni, dal rettore dell’Università Stefano Bronzini a quello del Politecnico Francesco Cupertino, dal sindaco Antonio Decaro al presidente della Regione Michele Emiliano, fino agli assessori regionali all’Istruzione, Sebastiano Leo, all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio, al Welfare, Salvatore Ruggeri. “La pandemia Covid-19 ha costretto a riscrivere e riorganizzare le abitudini e le Istituzioni nazionali e locali. All’indomani del DPCM 9 marzo 2020 che decretava la chiusura di tutti gli uffici e della quasi totalità delle attività nazionali, i nostri Atenei, Università di Bari con il DR n. 688 del 4/03/2020 e Politecnico di Bari con DR n. 173 del 5/03/2020, hanno rispettivamente attivato in maniera tempestiva la didattica a distanza”, scrivono gli studenti. “Con il DPCM del 26 aprile 2020 è stato decretato l’inizio della Fase 2. Come si legge nella nota del 4 maggio 2020 prot. n. 798 del ministro dell’Università Gaetano Manfredi, l’Università italiana si presentava, nel corso di questa fase, in procinto di riaprire nel rispetto delle misure anti-covid19: La programmazione delle attività dovrà essere finalizzata a […] consentire le attività individuali, ovvero l’accesso agli studi, agli uffici, alle biblioteche e ai laboratori da parte dei singoli, con eventuale presenza in piccoli gruppi, adottando le misure di sicurezza”, continuano, evidenziando poi che “Ad oggi, in avanzata Fase 2, dagli Atenei di Bari non perviene alcuna certezza in merito alle date e alle modalità di riapertura e ripresa di tutte le attività universitarie: si riconoscono i propositi emersi dagli organi centrali, ma si constata altresì la persistenza di un’apparente inerzia degli stessi”, denunciano.

Aprire un tavolo di confronto

Chiedendo quindi alle istituzioni di aprire un tavolo di confronto “svincolato da interessi politici e particolaristici di associazioni studentesche – che coinvolgesse tutta la comunità studentesca barese, con l’obiettivo di rendere il disagio comune spunto di riflessione virtuosa sul sistema accademico locale e sulla necessità che il diritto allo studio sia quanto più possibile garantito”.

L’università come ammortizzatore

Nel riconoscere che molte delle criticità presenti nell’attuale sistema universitario esistevano già prima della pandemia, gli studenti evidenziano l’impreparazione alla gestione dell’emergenza “delle istituzioni universitarie e di governo (nazionale e locale)”, ma anche degli studenti e delle loro famiglie, con riferimento alla “funzione di ammortizzatore socioeconomico svolta dall’Università e dal Politecnico di Bari di concerto con l’ente per il diritto allo studio”.

Didattica a distanza e sperequazioni

L’emergenza ha di fatto secondo i ragazzi inasprito la sperequazione sociale, poiché “i dispositivi elettronici di cui la didattica a distanza necessitava non sempre erano a disposizione di tutti i componenti delle famiglie per un uso adeguato e lo stanziamento di fondi regionali destinati alle famiglie per l’acquisto dei “device” ci è sembrato quantomeno tardivo e poco tempestivo”. Tali difficoltà di accesso agli strumenti utili alla didattica a distanza ha fatto quindi sì che tanti studenti restassero ai margini della “nuova istruzione digitale”, peraltro non riqualificata “secondo paradigmi d’insegnamento autonomi, come i maggiori studi di pedagogia dimostrano”. 

Tutte le criticità del sistema

Numerose le ulteriori criticità denunciate dagli studenti , dalla difficoltà nel reperimento dei testi allo scarso numero di appelli d’esame, dalla difficoltà di sostenere il costo degli affitti in pendenza di lockdown alla inadeguata digitalizzazione delle biblioteche, dalla eccessiva esposizione a schermi luminosi alla marginalizzazione degli studenti più fragili.

Le istanze degli studenti

Criticità per le quali occorre trovare risposte efficaci e rapide, che gli Studenti in strada così individuano: “celere restituzione degli spazi dedicati alle attività studentesche in presenza, quali aule studio, biblioteche, aule multimediali e/o informatiche”; “riconversione temporanea o permanente di spazi interni ed esterni da adibire alle attività studentesche, quali aule di lezione, cortili (cortile della Minerva, atri dell’Ateneo), piazzole e viali alberati (Campus Quagliariello e facoltà di economia e medicina veterinaria), con l’aggiunta, ove necessario, di supporti fisici per lo studio individuale, al fine di sfruttare a pieno le potenzialità delle sedi universitarie”; “possibilità di reintegrare durante l’anno accademico p.v. le attività di esercitazione e di laboratorio, fondamentali in numerosi corsi di studio, al fine di colmare il deficit formativo accumulato durante il semestre in via di scadenza”; “considerazione di una modalità di tassazione economicamente e socialmente sostenibile, per l’A.A. in corso e quello venturo, al fine di garantire il diritto allo studio a tutti i nuclei familiari il cui reddito è stato significativamente inficiato dall’emergenza sanitaria”; “cooperazione tra Comune di Bari, enti comunali e regionali in indirizzo, in vista dell’apertura e del ripensamento di spazi pubblici (biblioteche, archivi, parchi, piazze e strade pedonali), per garantire il diritto allo studio a vantaggio anche degli studenti fuorisede”.

L’attesa in piazza

Gli studenti sono in strada oggi, 6 luglio, accampati nei giardini di piazza Umberto, in assemblea aperta dalle 10 alle 14. Attendono risposte.

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