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Il sismologo Amato, Ingv: lo sciame sismico in Alta Irpinia non modifica la probabilità di un futuro terremoto

Pubblicato il 7 Luglio, 2020

Sant’Angelo dei Lombardi – Lo sciame sismico registrato in Alta Irpinia si è verificato su una superficie di nove chilometri quadrati a nord-ovest di Sant’Angelo dei Lombardi ed è relativo al movimento su una piccola faglia, le scosse sono state localizzate grazie alla rete di rilevamento molto sensibile, venti anni fa ne avremmo registrate solo sette o otto. Si tratta di una sequenza irregolare, ma non incide realisticamente sulla probabilità che arrivi un terremoto più forte.

Il sismologo Alessandro Amato, esperto di terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, descrive la sequenza sismica registrata nei giorni scorsi in Alta Irpinia, sottolineando che si è trattato dell’alterazione limitata della crosta terrestre e ad una profondità di solo quindici chilometri e tale da non produrre variazioni significative sulla probabilità di avere un altro terremoto.

Lo sciame sismico può rappresentare un campanello d’allarme per la zona del cratere?

La questione resta molto dibattuta. Alcuni modelli spiegano che i terremoti di magnitudo da 4.0 in poi possono preludere a terremoti più forti, ma anche in quel caso si calcola che resta bassa la variazione di probabilità che si verifichi un forte evento. Diciamo che la probabilità da estremamente bassa può passare a molto bassa. Quando i valori di sismicità restano bassi, come nel caso dell’Alta Irpinia, si calcola che con una percentuale tra il 95 e il 99 percento non arriverà un forte terremoto subito dopo. Poi, siamo nel campo dell’imprevedibile: a Norcia, il 24 agosto 2016, si verificò un forte terremoto senza sciame sismico.

Dunque, gli eventi registrati in Irpinia sono destinati a finire?

Si è verificata un’attività irregolare, tuttavia nelle ultime ore non abbiamo registrato ulteriori scosse. E’ presto per poter affermare che non ci saranno altri eventi sismici, per ora la tendenza è positiva. Poi non sappiamo cosa può accadere: una faglia grande che sta vicino a quella piccola, protagonista degli ultimi eventi, basta pochissimo e potrebbe muoversi. Teniamo sotto osservazione la zona a nord di Lioni, nulla si può escludere. La presenza a Grottaminarda di una struttura operativa dell’Ingv rappresenta uno strumento fondamentale di studio del territorio, si tratta di una realtà molto importante non solo perché è stata realizzata, grazie soprattutto all’ex ministro per la ricerca scientifica, Ortensio Zecchino, ma perché è stata mantenuta attiva ed è stata continuamente aggiornata. Non è infrequente che dopo dieci anni dalla realizzazione di strutture di quel tipo non resti più nulla; in questo caso il centro ha proseguito le sue attività, ha realizzato importanti aggiornamenti tecnologici ed è un valido supporto di conoscenza e di sensibilizzazione nei confronti della popolazione.

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