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Zero Portrait racconta il suo primo Ep “Pulp”: l’intervista

Zero Portrait racconta il suo primo Ep dal titolo “Pulp” uscito lo scorso 8 maggio per Antistandard Records.

Pubblicato il 7 Luglio, 2020

Zero Portrait racconta il suo primo Ep dal titolo “Pulp” uscito lo scorso 8 maggio per Antistandard Records.

Nato e cresciuto in un piccolo capoluogo del Sud Italia, da tempo di base a Roma, Zero Portrait, musicalmente legato alla musica afro-americana e afro-britannica e tutte le loro derivazioni, il percorso è stato inverso: è partito prima dallo scoprire la musica elettronica specialmente quella club oriented, la house americana e francese e il big beat britannico, per poi ritornare alle origini.

Per un periodo smette di frequentare i club e si dedica alla ricerca di dischi e di librerie musicali per nutrirsi di tutto quel mondo. Torna a mettere dischi grazie all’incontro con il collettivo RDSNT, di cui entra a far parte, che lo porta a condividere, in diversi club romani, i decks con Nu Guinea, Dean Blunt, Lorenzo BITW, Stabber, Ominostanco, Brokenspeakers, Smania Uagliuns, Capibara, Beat Soup e altri.

L’ep PULP

Zero Portrait
Copertina ep “Pulp” di Zero Portrait

“Pulp” è il suo primo lavoro discografico come Zero Portrait, cinque tracce prodotte e realizzate da lui. W.A.N.F.A. (WeAreNotFriendsAnymore) racconta in musica la fine di un rapporto, la fine dell’amicizia; Moroccan Sun dove l’omaggio all’Africa si manifesta nella melodia magrebina e il levare e i riverberi giamaicani; i breaks che creano sincopazione e la novità ed il basso “wobble” segnano la traccia Gentrified Kids; i riferimenti ai soundsystem giamaicani ai clash britannici nel periodo della windrush generation, la melodia filter-house della fine anni ‘90 e i ritmi frenetici jungle caratterizzano la traccia Babylon; In Fauna testo e voce sono di Vincenzo ‘Agronomist’ Lofrano, canzone manifesto dell’Ep.

L’intervista a Zero Portrait

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Zero Portrait per farci raccontare la sua prima creatura musicale.

Come e quando è nata l’esigenza di realizzare un tuo lavoro?

In realtà è sempre stata sottopelle, ho sempre desiderato creare la musica che mi risuonava in testa, volevo passare dall’esperienza “passiva” dell’ascolto all’attività creativa declinata in qualcosa di mio.

Il processo di creazione per me è primario rispetto al processo di diffusione che è la parte che m’interessa di meno e quando ho modo di avere un team delego a loro questo processo che trovo lontano da qualsiasi mia intenzione.

Il titolo dell’ep è “Pulp”, polpa, qual è il “succo delle cose” per te?

Dipende da quali cose e in quale ambiente, così generico direi l’essere umano. É lui il centro, il nucleo. Pulp, parla di storie umane, della Natura che in maniera neutra ma indomabile doma l’essere umano, una Natura che agisce anche nelle giungle urbane dove viviamo.

Zero Portrait

Dare spazio e voce a chi spazio e voce non ne ha, ovvero gli ultimi, gli emarginati, i “freak” della società contemporanea. Quale è per te oggi il ruolo della musica all’interno della società? Può essere ancora uno strumento di denuncia o è fatta solo per “non pensare”?

Per creare un brano musicale ci vuole pensiero, quindi scegliere uno strumento pensato per non pensare è un concetto interessante.

Io credo che la musica, come qualsiasi atto umano, abbia un ruolo politico – (non partitico attenzione! Quella è un’altra storia sottolinea Zero Portrait) – ovvero si occupi delle vite degli uomini anche chi decide che il proprio prodotto non debba avere un senso questa scelta rappresenta una scelta di significato e di simbolo.

Chi crea rompe le leggi sempre, si può dire che ci sono fenomeni musicali che rompono meno regole ed altri che le infrangono tutte. Ma l’atto creativo è un asse che può dare dignità ad ogni cosa, forse anche, indipendentemente dal risultato.

Come è nata la collaborazione con Agronomist (Smania Uagliuns)? Quali sono i temi che affronti in “Fauna”?

Con Agro ci siamo conosciuti a Roma dove viviamo entrambi due anni fa circa.

Avevamo e abbiamo passioni musicali e letterarie complementarie per cui ci siamo “sfidati” quasi a fare qualcosa insieme. Fauna è una delle creazioni che ci accomuna oltre che per il fatto che ha coinvolto entrambi nella produzione ma anche perché affronta il tema dell’umanità in isolamento (molto prima del distanziamento sociale) ai margini con entrambi cui sentiamo profonda empatia e la cui dimensione umana intensifica il nostro pensare creativo.

Quali sono i tuoi progetti per i prossimi mesi?

Mi piacerebbe poter suonare in giro il disco, inoltre usciranno dei Remix ad edizione limitata di alcune tracce di Pulp. Allo stesso tempo sto crescendo e cambiando per cui ho alcune cose nuove che vorrei dire.

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