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Passa salvo intese il Decreto Semplificazioni e il Programma Nazionale di riforma

Pubblicato il 7 Luglio, 2020

Passa ma salvo intese il decreto Semplificazioni, che il premier Conte aveva presentato come la madre di tutte le riforme. Il decreto prevede: semplificazione dei procedimenti amministrativi, eliminazione e velocizzazione di adempimenti burocratici, digitalizzazione della pubblica amministrazione, sostegno all’economia verde e all’attività di impresa.
Ma non tutto è stato risolto, come nel caso delle opere da sbloccare dove non c’ stato nessun accordo . L’elenco di queste ultime non entra nel decreto e dovrà essere discusso nel corso dei prossimi mesi, quando si dovranno nominare i commissari.

Nella maggioranza ci sono forti dubbi sulla possibilità delle stazioni appaltanti di poter agire in pratica in deroga a tutte le norme. Restano solo i paletti penali, dell’antimafia e della sicurezza sul lavoro. Dal punto di vista pratico non siamo di fronte a una vittoria risolutiva, ma Conte può comunque presentare il risultato ottenuto come il segnale di un’Italia intenzionata a correre e ripartire sulla strada segnata da Bruxelles.

Passa anche il Programma nazionale di riforma, che indica le linee guida a cui lo Stato dovrà attenersi nei prossimi mesi. “Il Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, ha illustrato al Consiglio dei Ministri lo schema del Programma Nazionale di Riforma 2020 (PNR). Il Piano delinea le politiche che il Governo intende adottare nel triennio 2021-23 per il rilancio della crescita, l’innovazione, la sostenibilità, l’inclusione sociale e la coesione territoriale, nel nuovo scenario determinato dal Coronavirus. Il documento traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che il Governo metterà a punto dopo l’adozione dello Strumento Europeo per la Ripresa (“Next Generation EU”). Lo schema è costruito intorno a tre linee strategiche: modernizzazione del Paese; transizione ecologica; inclusione sociale e territoriale e parità di genere”, recita il comunicato pubblicato alla fine del Consiglio dei Ministri.




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