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Rischia un nuovo trauma “Fango”, il cane sopravvissuto all’alluvione di Saponara

L’alluvione di Saponara del 2011 è una ferita ancora aperta. Nove anni dopo, in questi giorni gli ultimi passaggi per il consolidamento dell’area colpita. Nel frattempo “Fango”, cane di Saponara sopravvissuto per miracolo, rischia di finire la sua vita in un box. Queste sono le ultime ore per salvarlo

Pubblicato il 9 Luglio, 2020

È un sopravvissuto dell’alluvione di Saponara (22 novembre 2011). È un cane. Ed è ancora traumatizzato. In questi anni per lui si è cercata “adozione del cuore”. Ma il tempo sta per scadere. Ieri la brutta notizia. “Visto che per Fango, nonostante i quasi 10000 contatti della pagina ed i continui appelli, non è stato possibile trovare adozione, purtroppo è diventato inevitabile il trasferimento in un altro canile. Verrà portato via da tutto quello che conosce tra una settimana. Chi volesse salvarlo da questo destino può contattarci al 3341788768”, si legge nell’ultimo post che lo riguarda.

L’alluvione di Saponara, una ferita sempre aperta

La tragica alluvione che colpì l’intero comprensorio tirrenico nel 2011 fece scorrere un fiume di fango nel centro di Saponara. A dare i primi soccorsi furono i cittadini stessi e, subito dopo, i volontari. Tutti coloro che intervennero vennero chiamati gli “angeli del fango”. Scavarono anche a mani nude per recuperare i corpi delle vittime e mettere in salvo coloro che erano in pericolo. Saponara subì il lutto della morte di un bambino di 10 anni e di un padre e di un figlio di 55 e 25 anni. Luca Vinci il nome del piccolo. Luigi e Giuseppe Valla i nomi dei due adulti. Settecento furono gli sfollati.

Otto anni dopo la progettazione esecutiva dei lavori di messa in sicurezza fu aggiudicata dall’Ufficio regionale contro il dissesto idrogeologico. Gli interventi previsti riguardano sia la collina sovrastante sia la zona in cui si concentrano le case. “Nelle aree a maggiore pendenza e in quelle dove si sono innescate le frane, verranno eseguiti interventi per il rimodellamento del pendio, con l’utilizzo di gabbionate. Nelle parti dove risultano rocce fratturate, per impedire la caduta di detriti, sarà necessario ricorrere alla posa di reti metalliche ad alta resistenza. Verranno inoltre eseguiti lavori per la regimentazione delle acque sulla collina, con una serie di drenaggi e canalizzazioni, pulito l’alveo del torrente e verificata la funzionalità delle briglie esistenti”.

Ultimi passi per il consolidamento di Saponara

“Un milione di euro per Barcellona Pozzo di Gotto, Saponara, Merì e tutti gli altri comuni che hanno subito danni da calamità naturali accertate secondo la legge regionale del 6 agosto 2019”. È l’intervento straordinario decretato dalla Regione Siciliana con atto del 31 dicembre 2019 e dedicato alle aree colpite appunto dall’alluvione del 2011. E proprio alla fine di giugno di quest’anno è stata approvata la delibera di presa d’atto della convenzione con il Dipartimento Regionale e ambiente per la messa in sicurezza non solo delle cosiddette Case nuove di Saponara ma anche del territorio colpito dall’alluvione del 22 novembre 2011 tra via Croce e via Tripodi.

Quasi nove anni dopo il terribile alluvione si stanno consumando gli ultimi passaggi per interventi che siano davvero risolutivi.

Fango, rimasto per tre giorni sottoterra a Saponara

Il cane Fango ha ricevuto il suo nome proprio dalla calamità che ha colpito Saponara. È rimasto per tre giorni sotto terra. Non è morto solo perché un ammasso di detriti aveva creato una sorta di bolla d’aria nel piccolo spazio in cui era rimasto intrappolato e lui ha potuto respirare. Dalla Sicilia è stato mandato a Roma “nella speranza di un miracolo che non si è mai verificato”.

A occuparsi di Fango è l’associazione che fa capo alla pagina Facebook “Io? Speriamo che me la cavo”, un gruppo di lavoro che opera per il recupero e l’adozione di cani reduci da maltrattamenti o, appunto, traumatizzati per altre ragioni. Sono tutti cani che “hanno sofferto moltissimo”, sono “pieni di cicatrici visibili e non”, ma sono anche cani che “hanno moltissimo da dare” e soprattutto che “meritano che qualcuno li ripaghi per tutto il male ricevuto”. Li si può adottare anche a distanza, contribuendo al loro mantenimento e alle spese veterinarie. Per l’adozione vera e propria “è fondamentale che gli adottanti valutino attentamente le caratteristiche del cane scelto prima di proporsi per l’affido che sarà comunque soggetto a un contratto”.

Per il cane sopravvissuto urgente una “adozione del cuore”

“Fango – spiegano gli operatori – non è un cane socievole con tutti, almeno non al primo incontro. È rimasto pesantemente traumatizzato dai tre giorni trascorsi sotto terra e ha bisogno di un’adozione esperta e consapevole”. Tuttavia ha già fatto “un percorso di recupero con educatori competenti ed esperti”. Non è compatibile con bambini, gatti e altri cani maschi. Va d’accordo solo con le femmine. Potrà essere adottato solo da chi è disposto a firmare un contratto di preaffido ed è disposto a trovarlo di persona a Roma.

“L’alluvione di Saponara – concludono – non lo ha ucciso ma lo ha condannato alla prigione a vita in un box”.

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