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Pensionati

Allarme Cgia: in Italia più pensioni che buste paga per colpa del Covid

Pubblicato il 12 Luglio, 2020

A maggio in Italia sono state pagate più pensioni che buste paga. Lo rivela uno studio della CGIA di Mestre.

Se nello scorso mese di maggio coloro che avevano un impiego lavorativo sono scesi a 22,77 milioni di unità, al 1° gennaio 2019, infatti, la totalità delle pensioni erogate in Italia ammontava a 22,78 milioni. Il numero complessivo delle pensioni è aumentato almeno di 220 mila unità. E il futuro non è roseo.

“Il sorpasso è avvenuto in questi ultimi mesi”, ha spiegato Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, “Dopo l’esplosione del Covid, infatti, è seguito un calo dei lavoratori attivi. Con più pensioni che impiegati, operai e autonomi, in futuro non sarà facile garantire la sostenibilità della spesa previdenziale che attualmente supera i 293 miliardi di euro all’anno, pari al 16,6 per cento del Pil. Con culle vuote e un’età media della popolazione sempre più elevata, nei prossimi decenni avremo una società meno innovativa, meno dinamica e con un livello e una qualità dei consumi interni in costante diminuzione”.

La situazione peggiore si registra al Sud, dove ben 8 regioni registrano un saldo negativo, ovvero un numero di pensioni superiore a quello degli occupati. Tra le province meridionali solo tre registrano un saldo positivo, cioè più lavoratori attivi che pensioni erogate. SI tratta di Teramo, Ragusa e Cagliari.

Al Nord, invece, l’unica regione in “difficoltà” è la Liguria, che ha tutte le 4 province con il saldo negativo e il Friuli Venezia Giulia che ha un saldo pari a zero. Al Centro, invece, male anche l’Umbria e le Marche. 

Più problematici i dati registrati nelle aree dove l’età media è più avanzata. A livello regionale quella più elevata si trova in Liguria (48,46 anni medi). Subito dopo scorgiamo il Friuli Venezia Giulia (47), il Piemonte (46,54), la Toscana (46,52) e l’Umbria (46,49). A livello provinciale, invece, la realtà più “vecchia” d’Italia è Savona (48,85 anni medi), seguono Biella (48,70), Ferrara(48,55), Genova (48,53) e Trieste (48,39). Le più giovani, invece, sono Bolzano (42,30), Crotone (42,18), Caserta (41,35) e Napoli (41,31).

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