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Da Peppino Impastato a Dina e Clarenza, fumetti d’autore in riva allo Stretto

Pubblica con Feltrinelli, Marvel, Disney. Con lui i fumetti possono tutto. Lelio Bonaccorso, messinese classe 1982, usa i fumetti per “raccontare storie cercando di essere utile”. Il suo motto? “Perduto è solo chi si ferma”

I suoi fumetti hanno più volte superato i confini nazionali. Ma se ci parli, ciò che ti colpisce è la vocazione all’ascolto. La sua firma compare – e fa successo di pubblico e di critica – tra i tipi di Rizzoli e Feltrinelli e Beccogiallo, per Marvel e DC Comics e Disney. Ma se gli chiedi i fondamentali della sua carriera rinvia al profilo Wikipedia fuggendo il disagio di centrare il discorso su di sé.

Lelio Bonaccorso è nato a Messina, nel 1982, e non l’ha mai abbandonata. Passa da visioni poetiche a reportage strazianti, da supereroi senza macchia né paura a personaggi storici, e tiene sempre con sé la voglia di “essere utile” con le sue storie a fumetti, di cui rivendica con orgoglio l’anima pop e la capacità di veicolare suggestioni e conoscenza. Perché – sottolinea – tocca andare oltre il pregiudizio secondo cui i fumetti sono “cose per bambini”. “Con i fumetti – ricorda – si può fare tutto”. E lo dimostra giorno dopo giorno.

Fumetti in corso d’opera: le eroine del Vespro “spiegate” ai ragazzi

Di alcuni progetti in corso Lelio Bonaccorso può già parlare. Per esempio della vicenda di Dina e Clarenza a fumetti che sta componendo in questo periodo. “È una storia di autodeterminazione e riscatto sociale di un popolo nei confronti di una superpotenza dell’epoca”. L’epoca è quella del Vespro siciliano, 1282. Una sollevazione popolare cominciata a Palermo si propaga per tutta l’isola, Carlo d’Angiò tenta prima di affrontarla con annunci e promesse e poi la combatte militarmente. Messina viene posta sotto assedio. La città respinge attacco dopo attacco. E la notte dell’8 agosto le due dame messinesi Dina e Clarenza son di guardia alle mura quando avvistano i nemici che tentano un assalto alle spalle della città. Dina li rallenta scagliando sassi senza fermarsi. Clarenza suona le campane del Duomo per svegliare la città. I messinesi accorrono e l’agguato fallisce.

“È molto raro nella storia antica – dice Bonaccorso – che a essere protagoniste di pagine così importanti siano due donne. Anche per questo la vicenda mi ispira e mi coinvolge”.

“Il terremoto del 1908 sembra aver tagliato le radici di questa città. Ma questa città non ‘nasce’ dal sisma. Esisteva – eccome! – anche prima. Ecco perché mi piacerebbe ‘presentare’ ai ragazzi di oggi Dina e Clarenza, ma anche altri personaggi del lungo e interessante ‘romanzo’ della vita di Messina”.

Dopo “Salvezza” e “A casa nostra”, nuova graphic novel in pubblicazione

Nel frattempo, altri suoi fumetti stanno nuovamente trovando la strada per una pubblicazione Feltrinelli. Ma il titolo è top secret. “Non posso dirne nulla. Sarà una sorpresa che verrà alla luce nei prossimi mesi”.

Sorpresa da attendere con attenzione. I due titoli precedenti sono Salvezza (2018) e … A casa nostra. Cronaca da Riace (2019). Entrambi dedicati alla tragedia dell’immigrazione. I barconi. L’umanità in cerca di una spiaggia sicura. L’utopia realizzata – e poi calpestata – nel paesino calabrese. Immagini – e parole – su quel dramma quotidiano che si rivela sulle nostre coste illuminando i nostri egoismi e paure, i nostri eroismi e sentimenti. Con un bel po’ di premi conquistati, le due graphic novel (coautore Marco Rizzo) sono l’esito di una vera e propria “operazione giornalistica”, tranne che il racconto si realizza in fumetti.

Dall’intrattenimento al reportage: “Con i fumetti si può fare tutto”

“Il cinema nasce dai fumetti”, dice Bonaccorso. Una provocazione? No, un dato di fatto. Gli storyboard dei film, Hollywood compresa, sono fumetti. L’epica del grande schermo passa dai tratti a matita, dagli schizzi, dai focus cercati e trovati sulla pagina (o sul desktop). Non per caso Bonaccorso ha realizzato anche prodotti cinematografici con la Triskelion (i cortometraggi animati To The Stars, vincitore di numerosi premi, e U Piscispada, omaggio a Modugno).

Nei suoi fumetti, Lelio si è misurato con l’intrattenimento (per dirne qualcuna, nel 2012 viene chiamato a disegnare dalla Marvel Comics nella serie Fear itself the homefront e dalla DC Comics-Vertigo per The Unexpected, collabora con la Walt Disney Comics per la miniserie I pirati dei Caraibi), ma anche, in parallelo, con i grandi personaggi reali (Peppino Impastato, un giullare contro la mafia  e Que Viva el Che Guevara per Beccogiallo, Gli ultimi giorni di Marco Pantani per Rizzoli Lizard, Primo per Edizioni BD  con BeccoGiallo – Panini Comics in Spagna). Per non parlare de Gli Arancini di Montalbano (Gazzetta dello Sport) o di Sinai, la terra illuminata dalla luna (Beccogiallo). I titoli sono numerosissimi. Tutti diversi. Molti realizzati con Marco Rizzo come sceneggiatore. Molti vincitori di premi, i più disparati. Spesso nati con un potenziale didattico significativo. “Si tratta di libri e racconti a fumetti che vengono letti nelle scuole. O, addirittura, come è successo in Francia per Peppino Impastato, adottati come libri di testo e di esami”.

Viaggio alla scoperta degli angoli nascosti di Messina

“Mi riprometto di riprendere presto a fare una cosa per la mia città che ho portato avanti per anni e che mi dà grande soddisfazione”, dice oggi Lelio Bonaccorso. Si tratta di un viaggio quasi iniziatico e molto fisico alla scoperta – o riscoperta – di angoli nascosti e bellezza imprevista tra i vicoli, le piazze, i palazzi di Messina. Un viaggio che Bonaccorso fa tenendo pronti i suoi strumenti d’elezione, matita e carta. Girando un po’ a caso. Chiacchierando con sconosciuti. Facendosi sorprendere ed emozionare. Per poi riportare in fumetti tutto quanto – il muretto e la fronda, il raggio di sole e il riverbero sul mare, l’architettura e la comunità. “È un modo – dice – per appropriarsi degli spazi, per sentirli nostri, per scoprirli e rivelarli. È difficile difendere e amare qualcosa che non si conosce. Ma è molto difficile, anche, rimanere indifferenti a qualcosa che senti tuo”.

“Scrolliamoci di dosso il pessimismo: perduto è solo chi si ferma”

Vale anche per la scena culturale. Messina è (quasi) misconosciuta. Eppure messinesi di valore fanno successo ovunque. “C’è un gran numero di autori messinesi che si fanno valere a livello nazionale e internazionale. Penso, per esempio, alla scrittrice Nadia Terranova, al fotografo Paolo Galletta, al regista Christian Bisceglia, al regista Antonello Piccione, al compositore Giovanni Puliafito … Molti, purtroppo, non vivono qui. Non c’è alcun dubbio che meriterebbero massima attenzione, sia da parte delle istituzioni, che di questi cittadini dovrebbero andare orgogliosi, sia da parte delle aziende, dei privati. Io ho lavorato con Antonio Barbera (da un calendario realizzato per Caffè Barbera è tratta l’illustrazione in evidenza, ndr) che è uno dei pochi mecenati veri della città. È stata un’esperienza straordinaria. Una delle poche esperienze belle che ho fatto a Messina. Il clima qui è ‘soffocato’. Servirebbe un rinascimento, quel rinascimento che mille volte è stato azzoppato”.

“Il mio scopo – conclude Bonaccorso – è raccontare storie cercando di essere utile. Credo che la scena culturale messinese dovrebbe trovare uno spirito di unità, di partecipazione e condivisione, di concretezza che mi sembra indispensabili per quella rinascita auspicata da tutti noi. Credo anche che sia necessario non cadere più nella trappola della critica a tutti i costi. È un momento che dobbiamo vivere scrollandoci di dosso il pessimismo e il senso di impotenza acquisiti nel tempo, smettendola di delegare a qualcun altro ciò che possiamo fare direttamente noi. Io cerco di dare il mio contributo. Da Messina ho ricevuto tanto, in ispirazioni, intuizioni, idee, e voglio ricambiare. Mi sono nutrito delle energie di questa terra ed è giustio che dia qualcosa in cambio. So che molti ci hanno provato e sono rimasti delusi. Ma non dobbiamo mollare. Perduto è solo chi si ferma”.

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