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Sempre più parrucchiere ed estetiste a domicilio e cresce l’abusivismo

Pubblicato il 12 Luglio, 2020

Parrucchiere ed estetiste a casa ed ecco che si crea un fenomeno buono e uno cattivo, come emerge dal rapporto della Commissione su Prato per il controllo sull’esercizio delle attività e professioni esercitate dalla Pubblica Amministrazione, scaturito dall’ascolto delle associazioni di categoria per approfondire il fenomeno e le azioni di contrasto messe in atto dalla Polizia Municipale e dalle forze dell’ordine.


Il fenomeno buono è che è aumentato la cura per la proprio persona, quello cattivo è l’abusivismo, praticamente l’altra faccia della medaglia. “lontano dall’essere “debellato” e non solo nella nostra città che comunque dimostra una sensibilità particolare sul punto – spiega l’assessore alla Polizia Municipale Flora Leoni -. Già nel 2014 la città di Prato fu individuata come caso studio da parte della commissione parlamentare in materia di anticontraffazione e antiabusivismo. All’epoca fu stilato un corposo documento che dopo accurata analisi del fenomeno come declinata nell’ambito distrettuale, enfatizzava il Modello Prato anche sul fronte del contrasto basato sulla modalità Interforze e sull’approccio multidisciplinare al problema”.

“Uno dei punti dolenti finora evidenziati dai rappresentanti degli operatori del settore è quello dell’esercizio abusivo al domicilio dell’attività di parrucchiere ed estetista che crea concorrenza sleale – spiega Leoni -. Tale attività abusiva risulta incentivata dall’uso dei social. Il fenomeno, acuitosi durante il lockdown, continua ad avere dimensioni notevoli in città secondo i rappresentanti della categoria ed è in tale settore che vengono richiesti fortemente i controlli nell’interesse non solo di coloro che esercitano lecitamente la professione bensì degli stessi utenti che rischiano , in assenza di requisiti e prodotti certificati, possibili danni alla salute. Infatti, in materia di servizi alla persona, i prezzi particolarmente bassi difficilmente garantiscono qualità delle prestazioni”.
Si ricorda che in caso di accertamento coloro che esercitano abusivamente la professione rischiano oltre a 1.166 euro di sanzione e ulteriori 3.000 euro per mancanza di requisiti anche il sequestro degli strumenti e dei prodotti utilizzati per l’attività.

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