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Addio tarli, una tecnica nuova salverà le opere d’arte

Opere d’arte non più a rischio con le nuove tecniche di sanificazione in assenza d’ossigeno

Pubblicato il 13 Luglio, 2020


Opere d’arte e polittici salvi grazie a nuove tecniche di sanificazione, per fortuna ora è una realtà. Non abbiamo detto polittici a caso. Quello famoso di Carlo Crivelli, che viene conservato nel duomo di Ascoli Piceno, è stato ripulito e salvato con un sistema del tutto innovativo.

Il lavoro non è semplicissimo, ma è molto efficace. Si chiude ermeticamente l’opera d’arte, con un compressore e deumidificatore si immette azoto raggiungendo la saturazione sotto il limite dell’ossigeno (per questo il sistema si chiama anossico).

Dopo 23 giorni, ad una temperatura interna intorno ai venti gradi, si completa la bonifica totale degli oggetti lignei all’interno della “campana”.

Il controllo non è solo sulla percentuale residua di ossigeno, ma anche sull’umidità, la temperatura e la pressione. Un lavoro chirurgico e una nuova professionalità di alto livello che ha permesso a Gianluca De Zorzi e la sua ditta Project & Service Tecnology (www.notarli.com) non solo di salvare capolavori dell’umanità ma anche creare un servizio pronto uso per le Sovrintendenze.

Il lavoro viene effettuato infatti nell’ambiente naturale in cui viene conservata l’opera, evitando un trasporto difficoltoso e molto costoso e non mettendola a repentaglio per quanto riguarda le temperature esterne, assicurandole quindi il suo microclima.

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