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Istat, non nascono bambini e sempre più trasferimenti all’estero: l’Italia si sta spopolando

Liguria penultima regione per numero di nascite e…

Pubblicato il 14 Luglio, 2020

Liguria –  Da un calo della natalità a non nascono bambini, arrivano meno immigrati e aumentano gli italiani che “scappano” all’estero il passo è breve: l’Italia si sta spopolando. E’ questo il poco confortante quadro del Paese che offre il Bilancio demografico nazionale dell’Istat, diffuso ieri, che conferma una drammatica tendenza demografica caratterizzata da sempre meno nascite e un allargamento della popolazione anziana. Se da un lato il contributo dei cittadini stranieri alla natalità della popolazione residente, che per molti anni aveva garantito un equilibrio tra nascite e morti, va lentamente riducendosi, dall’altro si conferma una tendenza sempre maggiore da parte delle coppie di rinviare e poi rinunciare ad avere figli.

Bilancio demografico nazionale dell’Istat: i dati delle nascite

Il 2019 registra il nuovo minimo storico di nascite a partire dall’Unità d’Italia: gli iscritti in anagrafe per nascita sono appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19mila unità rispetto all’anno precedente (-4,5%). Il calo si registra in tutte le aree del Paese, ma è più accentuato al centro (-6,5%). Un bilancio in cui la Liguria registra il penultimo posto delle regioni con il trend più negativo rispetto al tasso di natalità.

Inoltre, basti pensare che la diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni osservata, già tra il 2008 e il 2017, circa 900 mila donne in meno, spiegava già i circa i tre quarti del calo di nascite che si è verificato nello stesso periodo. La restante quota dipende dalla diminuzione della fecondità (da 1,45 figli per donna del 2008 a 1,32 del 2017). 

Istat, calo demografico in Italia: -551mila residenti in 5 anni

Ancora, al 31 dicembre 2019 la popolazione residente in Italia è inferiore di quasi 189mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno passato. Il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato quindi a una diminuzione di quasi 551mila residenti in cinque anni. Il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo (-8,6%), mentre prosegue l’aumento dell’emigrazione di italiani (+8,1%). Sono 126mila gli italiani che si sono trasferiti all’estero, mentre i cancellati per l’estero dalle anagrafi sono stati in tutto 182.154, il 16,1% in più rispetto all’anno precedente.

La recessione demografica – spiega l’Istat – è dovuta ai cittadini italiani, che al 31 dicembre erano 54 milioni 938 mila, 236 mila in meno dall’inizio dell’anno (-0,4%) e circa 844 mila in meno in cinque anni: una perdita consistente, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come Genova o Venezia. Nello stesso periodo, al contrario, la popolazione residente di cittadinanza straniera è aumentata di oltre 292 mila unità, attenuando in tal modo la flessione del dato complessivo di popolazione residente. Il ritmo di incremento della popolazione straniera si va tuttavia affievolendo. Al 31 dicembre 2019 sono 5.306.548 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe, l’8,8% del totale della popolazione residente, con un aumento, rispetto all’inizio dell’anno, di sole 47 mila unità (+0,9%).

Istat: la distribuzione della popolazione residente per aera geografica

Nel 2019 la distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica resta stabile rispetto agli anni precedenti. Le aree più popolose del Paese si confermano il nord-ovest (dove risiede il 26,7% della popolazione complessiva) e il sud (23,0%), seguite dal centro (19,9%), dal nord-est (19,4%) e dalle isole (11,0%). Il decremento di popolazione coinvolge tutte le ripartizioni: nel nord-ovest e nel nord-est è contenuto (rispettivamente -0,06% e -0,03% rispetto a inizio anno), mentre i maggiori decrementi, sopra la variazione media nazionale (-0,31%), si rilevano nelle isole (-0,70%) e al sud (-0,63%).

Istat: i dati regionali della mortalità 

A livello regionale, il primato negativo in termini di perdita di popolazione è del Molise (-1,14%), seguito da Calabria (-0,99%) e Basilicata (-0,97%). All’opposto, incrementi di popolazione si osservano nelle province di Bolzano e Trento (rispettivamente +0,30% e +0,27%), in Lombardia (+0,16%) ed Emilia-Romagna (+0,09%).

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