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Desenzano: statua di Santa Maria Maddalena (foto di Simone De Clementi)

Maria Maddalena: a Desenzano una festa racconta un passato nascosto

Festinsieme si celebrerà regolarmente, anche se in forma ridotta. Desenzano del Garda ricorda Santa Maria Maddalena attraverso momenti di comunità e celebrazioni, all’interno di una festa dedicata che ormai da 41 edizioni ravviva la città. Anche quest’anno dunque, dal 19 al 22 luglio, l’appuntamento è assicurato e rappresenta un momento di attrazione per curiosi e turisti…

Pubblicato il 15 Luglio, 2020

Festinsieme si celebrerà regolarmente, anche se in forma ridotta. Desenzano del Garda ricorda Santa Maria Maddalena attraverso momenti di comunità e celebrazioni, all’interno di una festa dedicata che ormai da 41 edizioni ravviva la città. Anche quest’anno dunque, dal 19 al 22 luglio, l’appuntamento è assicurato e rappresenta un momento di attrazione per curiosi e turisti, oltre che un momento di memoria e di tradizione. E che tradizione. Una tradizione che percorre i secoli e ci narra storie meravigliose e emarginate dai secoli.

Maria Maddalena e Desenzano: un legame particolare

Desenzano del Garda e Maria Maddalena sono legati da una storia poco conosciuta quanto affascinante. Una storia che affonda le sue radici nel Medioevo, e forse anche prima, quando nella città del lago era presente una numerosa e attiva comunità Catara che viveva, produceva, e soprattutto rendeva questi luoghi uno snodo centrale della società del tempo. I Catari, considerati dalla Chiesa Cattolica dei pericolosi eretici, erano in realtà i portatori di una spiritualità più semplice, più pura, distaccata dai beni materiali. E soprattutto avevano un gran rispetto per le donne, che avevano un ruolo privilegiato tanto da poter diventare anche sacerdotesse. Da qui nasce il profondo legame con Maria Maddalena, a cui ancora oggi è dedicato il Duomo, e che è presente non tanto in tracce o documenti materiali quanto nella memoria collettiva e nel sangue di questa gente. Nella Chiesa, di stile Barocco ma presente in città già dal 1145, tutto parla di lei: le statue, tre, che la raffigurano con i lunghi capelli sciolti; i dipinti, numerosi, che Andrea Celesti ha mirabilmente messo su tela. Il rimando alla storia dei Catari, sottoposti alla “damnatio memoriae” è però immediato per chi sa vedere: in questa città ogni angolo, ogni scorcio parla di loro, della meravigliosa civiltà da essi costruita, dell’eredità del pensiero platonico, delle dottrine iniziatiche e dei Misteri che essi custodivano, così come del messaggio gnostico e di segreti che raccontano di ricchezze spirituali inesauribili. Proprio a Desenzano del Garda, tra l’altro, fu composto da Giovanni di Lugio il “Liber de duobus principiis”, l’unico testo cataro significativo  a noi pervenuto, scampato all’odio e alla furia della Santa Inquisizione.

Maria Maddalena: un personaggio scomodo

Maria Maddalena, comunque la si voglia pensare, è sempre stata un personaggio scomodo per la Chiesa Cattolica, almeno dalla fine del 1300 in poi.  Peccatrice, penitente, la sua figura è sempre stata fraintesa e messa ai margini da teologi e chierici, mentre nella realtà, nelle Scritture occupa un posto decisivo, centrale. Gregorio Magno ebbe parole di elogio per la “donna di Magdala”, riprendendo il culto di Maddalena che si diffuse in Europa dai primi secoli dopo Cristo. I suoi devoti, moltissimi, costruirono numerose chiese in suo onore: la più nota è quella gotica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume (1295) dove è conservato quello che si dice sia il teschio della santa, ma la prima in cui si formò il culto di Maria Maddalena è l’abbazia di Vezelay dove già nel 1050 si diceva fosse conservato il corpo.

La svolta del 2016

Anche se molti non lo sanno, dal 3 giugno 2016, per espresso desiderio del Papa, la celebrazione di Santa Maria Maddalena è stata elevata da memoria obbligatoria al grado di festa. Un passaggio importante, simbolico e di sostanza, che trasforma la “peccatrice” in Apostola degli apostoli, da scomoda appendice a protagonista, simbolo del Femmineo sacro, da narrazione minore a centro della vicenda cristica. Questo è successo, ed è passato quasi in sordina. Non a Desenzano, dove il suo messaggio illumina la città, a partire proprio dai giorni di festa.

Il programma della festa

“Festinsieme” inizierà domenica prossima alle 11.30 con la messa solenne presieduta dal vescovo di Verona monsignor Giuseppe Zenti presso il duomo di Desenzano. Già, perché Desenzano fa parte della Diocesi di Verona, luogo in cui, nel 1278, furono sterminati, in Arena, gli ultimi Catari. Martedì 21 luglio nel medesimo luogo il maestro Simone Webber terrà un concerto d’organo, alle 21. Mercoledì alle 20 è prevista invece  la camminata serale “Sui passi di Santa Maria Maddalena”, con un momento di preghiera conclusivo nel giardino del centro Mericianum.

Edizione ridotta

A causa dell’emergenza sanitaria, quest’anno sono state sospese alcune delle manifestazioni più caratteristiche e coinvolgenti: il villaggio della solidarietà, la pesca di beneficenza e soprattutto la cuccagna sull’acqua, momento molto sentito dai desenzanesi e da tutti gli abitanti del lago. Eppure, questa edizione può paradossalmente portare con sé un grande dono: quello di far riscoprire l’importanza della figura della Maddalena e, soprattutto, quella di rendere pubblica una storia purtroppo ancora sconosciuta ai più: la storia dei Catari, incredibili protagonisti della storia europea e di questi luoghi. Che sia questa l’occasione per riconciliarsi con la loro memoria e per valorizzare, finalmente, la loro storia?

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