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Bassa Padovana, maxi fallimento da 36 milioni di euro ed evasione fiscale da 7 milioni di euro

Pubblicato il 15 Luglio, 2020

La Guardia di Finanza di Este ha eseguito perquisizioni anche nelle province di Roma e Brescia, dopo la chiusura delle indagini per il maxi fallimento del Centro Megliadino nel cuore della Bassa Padovana, la cui gestione era stata caratterizzata nell’arco di due anni da fatture false per oltre 8 milioni di euro con un’evasione fiscale di imposte e sanzioni per quasi 7 milioni di euro. In precedenza il 1 luglio, tre persone (un romano e due bresciani) erano state arrestate, perché avevano attuato una serie di cessioni illecite in favore di una società Padovana dopo il fallimento della società che gestivano i centri commerciali Tiberinus e il Megliadino. Le due cessioni dimostravano evidenti conflitti di interessi senza rispettare gli oneri verso i creditori fino al triplice arresto e a sequestri per 7 milioni di euro.

Le indagini erano partite dalla Procura della Repubblica di Roma per alcuni fatti correlati nel giugno 2019 e i finanzieri di Padova e Roma avevano impartito 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere verso gli amministratori delle società di capitali coinvolte, eseguendo un sequestro di beni e immobili per quasi 7 milioni di euro, tra cui case, edifici, uffici e auto costose, adducendo i reati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Ulteriori accertamenti hanno rilevato che le stesse persone riuscivano sistematicamente a depauperare rilevanti patrimoni aziendali del Centro Commerciale Megliadino con operazioni di business attraverso fatture per operazioni inesistenti.

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