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Messina, monitoraggio civico per l’appalto UniMe sull’ex Banca d’Italia

Pubblicato il 15 Luglio, 2020

Buone prassi, trasparenza, coinvolgimento della comunità: il “Patto d’integrità” firmato dall’UniMe sarà sperimentato sull’appalto di ristrutturazione dell’ex filiale della Banca d’Italia che sarà sottoposto a monitoraggio dei cittadini.

Se oggi si è avuto il primo ingresso ufficiale della governance dell’UniMe nell’immobile acquisito di recente, infatti, il risvolto innovativo della vicenda ha una data d’inizio antecedente. Cinque giorni fa, durante l’incontro organizzato dall’associazione Parliament Watch Italia e dal Comune di Palermo su “Il monitoraggio civico delle opere pubbliche”, proprio in aggiornamento rispetto agli impegni presi dal Comune di Palermo, dalla Regione Siciliana e dall’Università di Messina nell’ambito del IV Piano Italiano di Open Government, il prof. Giovanni Moschella, prorettore vicario con delega alla legalità dell’UniMe, ha confermato che l’appalto che interesserà l’immobile della Banca d’Italia (vedi video attorno al minuto 50) sarà sottoposto al “Patto di integrità”.

Il Patto di integrità è uno strumento giuridico che mira a rendere più trasparente il processo di una gara d’appalto, istituendo un ‘patto’ di fiducia e reciproco impegno connesso a principi di correttezza, lealtà e trasparenza tra tutti gli attori in gara, aprendo l’appalto ad azioni di partecipazione e controllo della società civile. Il Patto d’Integrità avanzato rafforza il ruolo dell’ente di monitoraggio, co-firmatario, che funge da intermediario verso la cittadinanza, ed estende a tutte le fasi dell’appalto, dall’analisi dei bisogni fino all’esecuzione dei lavori, l’attività di monitoraggio.

A dicembre 2019, al momento della firma del “Patto”, l’UniMe “aveva una idea” dell’appalto su cui si sarebbe sperimentato il monitoraggio ma non poteva ancora dare una informazione definitiva. L’UniMe – commentava in quel momento il prof. Moschella – “ha accolto volentieri la richiesta di adesione al Patto d’Integrità che si collega alle attività del laboratorio di monitoraggio civico Libellula, ma soprattutto testimonia l’attenzione rivolta dalla governance d’Ateneo ai temi della legalità e delle buone prassi amministrative”. Quello che è certo – diceva allora – “è che si tratterà di un appalto legato ad un’opera di rilevanza esterna, volta alla collettività, le cui attività possano riguardare il territorio”. Per il suo valore simbolico, ma anche per la finalizzazine ad attività di ricerca e di studio, dalla biblioteca al museo, l’immobile dell’ex Banca d’Italia risponde appunto a questi requisiti.

“Adesso, il nostro impegno – ha detto oggi, in occasione dell’ingresso nell’immobile, il rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea – proseguirà per consegnare a tutta la città, non solo alla comunità accademica, questa splendida struttura che in futuro ospiterà un Polo museale, una biblioteca per gli studenti ed i centri di ricerca che finalmente potranno convergere insieme nello stesso luogo. Penso, ad esempio al Cerisi, al Centro Studi sulle Mafie dell’Ateneo e non solo. Verrà anche ospitata una raccolta personale della prof.ssa Teresa Pugliatti che ha donato ad UniMe circa 25 mila volumi, album fotografici e scritti autografi personali, nonché una ricca corrispondenza privata con storici dell’arte e personalità italiane e straniere”.

Il percorso dei Patti di integrità avanzati a Messina si era aperto con la Giunta Accorinti che aveva aderito ipotizzando come proprio appalto da sottoporre al monitoraggio civico la ristrutturazione dell’ex Ospedale Militare destinato a diventare il secondo Palazzo di Giustizia. Con l’elezione della Giunta De Luca, quel progetto di secondo Palazzo di Giustizia è stato abbandonato, in favore di una ipotesi completamente diversa (nuova costruzione) e anche il Patto di integrità collegato è saltato.

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