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Da Messina a New York seguendo la musica che gli suona dentro

Vive a New York da anni. E la sua musica si esegue dappertutto, dagli Usa all’Italia. Ma lui è anzitutto “italiano, siciliano, messinese, zona centro”.

“Nato in casa, in Via Camiciotti, a pochi passi dalla Ditta Micali, un’azienda di torrefazione di caffè, molto nota a Messina, fondata nel 1870 dal bisnonno di mio padre”, a Messina Roberto Scarcella Perino ha vissuto i suoi primi vent’anni. E ha frequentato, nell’ordine, “la scuola elementare Cannizzaro, la scuola media Gallo, e, contemporaneamente, il liceo classico La Farina, il Conservatorio Corelli e la scuola di teatro Le Maschere”. Poi Messina l’ha lasciata, perché era “intellettualmente irrequieto”, aveva bisogno di “ambienti e stimoli nuovi”, e si è iscritto al Dams di Bologna. Solo che poi, nell’agosto del Duemila, è andato per qualche giorno a New York. E lì è rimasto.

“Ero lì in vacanza, ma sapevo anche che un manager della New York City Opera conosceva il mio lavoro, in particolare una mia opera per ragazzi. È stato un contatto decisivo per entrare nel mondo di musicisti e artisti internazionali dove mi sono sentito subito a casa.  Pochi anni dopo, due mie opere per ragazzi sono state rappresentate (A Caval Donato e Blackout) e sono stato assunto alla New York University, dove oggi sono Composer in Residence alla Casa Italiana Zerilli-Marimò”.

“Emozioni, ricordi, ispirazione: la mia città d’origine è tutto questo”

Da New York Roberto Scarcella Perino mantiene con la città in cui è nato un legame stretto, fatto di emozioni ma anche di progetti e spettacoli.

“A Messina – sottolinea – ci sono i miei affetti più cari, i luoghi dove mi rivedo bambino, il mio mare, i profumi e i sapori d’infanzia, le braciole di pescespada al sugo della ghiotta, le granite caffè con panna. Messina è il luogo della mia memoria, e quindi una delle mie più grandi fonti d’ispirazione. In questo momento, mi manca da morire”.

Messina per lui – e grazie al suo impegno – non è solo un mondo di affetti e memorie. “Ho un rapporto forte e solido con la scena culturale messinese. Molte delle mie composizioni hanno avuto prime assolute proprio a Messina, grazie alla Filarmonica Laudamo e al teatro Vittorio Emanuele. È sempre stata una città molto attiva musicalmente, quando studiavo in Conservatorio mi ricordo che quotidianamente io e i miei compagni di corso potevamo andare a seguire concerti da camera, opere e lavori teatrali. Vedo per fortuna che adesso molti insegnanti continuano ad impegnarsi per avvicinare i giovani alle attività culturali offerte in città. Questo mi fa ben sperare per il futuro dei miei nipoti Adriano e Giorgio, che a breve cominceranno il liceo”.

Diplomi, perfezionamenti, opere e insegnanti: una carriera di successo

Scarcella Perino non ha mai smesso di studiare. Né di comporre. “Il mio percorso di studio è stato ed è intenso”, dice. E in effetti ha un diploma in pianoforte e composizione, una laurea al DAMS con una tesi in analisi musicale, vari certificati di perfezionamento in Composizione e Direzione d’orchestra a Parma, Milano, Roma e New York. E scrive musica “costantemente, da anni”.

“Devo molto nella mia carriera – sottolinea – ad insegnanti che mi hanno sostenuto con fiducia e passione, penso soprattutto alla pianista Sonja Pahor, che mi ha insegnato a parlare e respirare con la musica, al mio maestro di armonia Mario Musumeci, che mi ha insegnato ad ascoltare la musica fuori di me, e infine al compositore Azio Corghi, grazie al quale ho trovato la musica dentro di me, la mia voce”.

Dalla “brioscia con il tuppo” alla città che non dorme mai

Durante questo cammino porta con sé il pensiero di Messina, di una giornata tipica d’estate: “si comincia inzuppando il tuppo della brioscia nella granita di caffè con panna al bar, poi, dopo aver digerito la granita, un tuffo nello Stretto, o prima o dopo Faro, dipende da dove soffia il vento, il pranzo in famiglia, frutta a volontà e la sera aperitivo al tramonto con meravigliosi amici”.

Invece a New York, the city that never sleeps, “non esiste una giornata tipica”. Tanto che “è stato tristissimo e magico allo stesso tempo vedere dormire questa città nei mesi della quarantena. Di solito posso scegliere se stare a casa a scrivere, a leggere, a suonare, a cucinare, o uscire, e allora la vita diventa un film. Posso vedere un musical a Broadway, un’opera al Metropolitan, correre lungo il fiume Hudson o al Central Park, mangiare in ottimi ristoranti, e magari ascoltare una musica in metropolitana che mi ispira a scrivere un nuovo brano”.

Il momento più bello? “La prima rappresentazione di una mia opera, nel 1999”

Il momento più bello della sua carriera è stato nel 1999, confessa. “Quando è stata rappresentata la mia opera A caval donato al teatro Verdi di Pisa scritta su libretto di Flora Gagliardi. Sono entrato in teatro pochi giorni prima della messa in scena e la mia musica volava dappertutto. La mia partitura viaggiava nell’aria cantata dal coro in una sala, dai solisti in un’altra, suonata dagli orchestrali, dal pianista, la musica non era più nella mia testa, frutto della mia immaginazione, ma si era materializzata, si poteva vedere e toccare. Ricordo quel momento sempre con grande emozione”.

Nel 2021 spettacoli “prenotati” a New York e a Firenze

Per l’emergenza sanitaria di questi mesi, i progetti del compositore sono slittati al 2021. Ma – sottolinea – “mi ritengo comunque molto fortunato, perché altri spettacoli di miei cari colleghi sono stati invece cancellati”. Ed eccoli, questi progetti.  “A New York verranno rappresentati nuovamente il mio quartetto The Ocean commissionato dal Festival di Lerici Suoni dal Golfo, e Furiosus, un’opera basata sull’Orlando Furioso di Ariosto già rappresentata a Firenze e a Città della Pieve. A Firenze, a Villa la Pietra, e a New York, al Center of Contemporary Opera, ci sarà la prima assoluta della mia ultima opera A Sweet Silence in Cremona, scritta con il librettista Mark Campbell (tre volte vincitore del premio Pulitzer). Quest’estate sto scrivendo la mia quinta sonata per pianoforte e ho cominciato a scrivere una nuova opera basata su un bellissimo testo di un autore siciliano d’eccellenza con Federica Anichini, con cui ho già scritto i due lavori corali Le Passioni dell’Aria e Le Passioni dell’Anima”.

Insomma, come New York anche lui non si ferma mai. “Ho mille cassetti con tanti sogni, alcuni dei quali si sono già realizzati. In cima a tutti i sogni, quello di vedere una mia opera rappresentata al Metropolitan di New York”.

Emigrato? Immigrato? Dipende dal punto di vista

“Sono un emigrato e sono un immigrato, dipende dal punto di vista”, spiega Scarcella Perino. “Sono cittadino italiano e sono cittadino americano. Prima immaginavo una casa tagliata a metà, ora vedo una casa doppia”.

Ed è davvero una grande casa. Se a Bologna il compositore faceva parte di “una bella comunità di messinesi”, a New York “il concetto di provenienza diventa molto più ampio. Siamo una forte comunità italiana, all’interno della quale un valdostano, un toscano e un siciliano hanno tantissime cose da dirsi e da fare insieme”.

Restano le radici, però, a segnare un itinerario di sentimenti precisi. “Qualche anno fa ho incontrato qui per la prima volta la cugina di mio nonno, Blanche Perino, che ha 90 anni e ancora tantissima energia. Suo padre Tommaso arrivò ad Ellis Island nel 1906, prima del terremoto che ha distrutto Messina nel 1908. Dopo 100 anni di separazione le nostre famiglie si sono ritrovate.  Sono anche molto orgoglioso dei miei nipoti Luigi e Chiara che con grande impegno hanno costruito le loro carriere qui a New York”.

Tante collaborazioni in corso con artisti italiani

Scarcella Perino collabora da sempre con molti musicisti italiani che vivono in Italia:  “con il pianista e direttore d’orchestra Giuseppe Bruno, per esempio, che ha inciso molti miei CD (l’ultimo Sonatas & Piano Music prodotto dalla Da Vinci Publisher) o con la sassofonista Valentina Renesto (che ha inciso due miei brani Capriccio e Pavane) e l’Exclusive Saxophone Quartet, per cui ho scritto tutta la mia produzione per quartetto di sassofoni. Ho lavorato con il coro femminile SolEnsemble di Padova, che ha eseguito La Scolta, un madrigale rappresentativo tratto da un testo di Gianmaria Annovi, con il coro di voci bianche di Progetto Suono a Messina, con l’orchestra del Conservatorio Cherubini di Firenze e con molti altri musicisti, incluso il violinista palermitano Andrea Obiso, primo violino all’Accademia nazionale di Santa Cecilia, che si esibirà nella mia ultima opera A Sweet Silence in Cremona, un’opera dedicata proprio ai violini di Cremona”.

“Ogni luogo mi ha insegnato qualcosa di fondamentale”

Ogni luogo – conclude Roberto Scarcella Perino – gli ha insegnato qualcosa di fondamentale. “Come compositore a Messina ho imparato a sognare, a Bologna ho imparato a lottare per i miei sogni, e a New York a realizzarli e a farli viaggiare lontano”.

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