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Per contrastare la crisi, pesca intelligente e rispetto dell’ambiente

Pesca intelligente e rispetto dell’ambiente. A Civitanova stanno affrontando il post pandemia con soluzione coraggiose e in linea con i tempi. Ne parliamo con Giuseppe Micucci

Pubblicato il 19 Luglio, 2020

Giuseppe Micucci, vice Presidente Fedagripesca Marche, ​non ha dubbi: “L’economia di Civitanova si è spostata molto sul turismo. Sono nate molte piccole attività e si è sviluppato l’indotto. Molti vivono di movida”.
Lo incontriamo alla Casa del Pescatore, cooperativa che ha compiuto cent’anni appena l’anno scorso, 40 motopescherecci di pesca a strascico, 25 vongolare in porto e 19 ad Ancona e 5 a Porto San Giorgio, di proprietà di civitanovesi.
“Anche prima del Covid, la pesca era entrata in una crisi strutturale – continua Micucci – I motivi sono molteplici. Il pesce costa uguale da vent’anni. I margini sono sempre minori e si lotta per sopravvivere. Con questi costi, parlo di gasolio e costo lavoro, è difficile far quadrare i conti. E poi la burocrazia europea non ci facilita, anzi. Pensi che abbiamo addirittura due gestori di controllo, Blue Box e Ais, quando ne basterebbe e avanzerebbe uno”.
Alcuni scelgono di smettere l’attività. “Quando la ditta non è più remunerativa, si rottama per chiedere i fondi. In pochi anni questa è stata la fine del 30% delle nostre barche”.

Come numero di imbarcazioni, Civitanova è appena dietro ad Ancona e San Benedetto e questo conferma la sua centralità. “Noi ed Ancona abbiamo sempre pescato meno giorni di quelli indicati nei decreti ministeriali (tre contro i quattro consentiti ndr). Può pagare in termini di ambiente. Abbiamo avviato progetti di monitoraggio, raccolta e valutazione degli impatti dei rifiuti marini sulle specie ittiche con l’Università di Siena e Ca’ Foscari di Venezia. Il fine è una pesca sostenibile e una perfetta tutela della biodiversità adriatica”.

“Credo – conclude Micucci – che la soluzione a questa crisi possa essere trovata nel pescare in maniera intelligente, tenere cioè le imbarcazioni meno in mare. Nei tempi recenti della pandemia, si usciva in pochi, a gruppetti, alternandosi, in modo da tenere il prezzo del pesce a buoni livelli. Dovremmo gestire di più il mercato e non pescare indiscriminatamente”.

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