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“Quella volta che Bolle fece 300 foto di fila”

L’ex direttore dell’Azienda Teatri Civitanova, Alfredo di Lupidio, racconta gli anni in cui si aprirono e riempirono teatri e spazi pubblici. Da Bolle a Marquez

Pubblicato il 20 Luglio, 2020

CIVITANOVA – Alfredo Di Lupidio è stato direttore dell’Azienda Teatri Civitanova nella “golden age” della Riviera civitanovese, quando i personaggi famosi erano di casa da queste parti.

Non che ce li siamo persi per strada – i vip dello spettacolo vengono ugualmente – ma certo quell’Azienda nata dal Dopoguerra (una delle prime pratiche sul tavolo dell’allora sindaco di Civitanova dopo le bombe) era il volano e il riferimento delle stars dei palcoscenici.

Civitanova Danza nacque nel 1994 in memoria del nostro maestro internazionale Enrico Cecchetti, l’Annibal Caro era stato inaugurato nel 1978, e poi ci sono state mille rassegne e mille Civitanove di grande spessore culturale, quella Classica, Arte con meravigliose mostre in Pinacoteca, quella della Poesia…” ricorda Di Lupidio “E non dimentichiamo lo splendido Rossini, la Chiesa di San Francesco, l’Auditorium S.Agostino, tutti luoghi che abbiamo rinnovato e portato al successo, specie negli anni di Marinelli sindaco”.
Una Civitanova scintillante che sta riprendendo solo ora a vivere, programmare e divertirsi come nei decenni passati. A riveder le stelle. Come le reliquie del santo San Marone a cui è stata “restituita” la processione in mare, grazie anche alla collaborazione della Capitaneria di Porto.
“Sono passati tutti di qua. Benigni, atteso da 1500 persone che non arrivava – non esistevano ancora i cellulari – e noi che non volevamo chiamare a casa la madre per non farla preoccupare… Che gesti di scongiuro fece, appena sceso dalla Volvo familiare, tutto scapigliato! E Bolle? Stava al Miramare e dovetti accompagnarlo per fendere la folla, tutti volevano farsi un selfie con lui! Tre-quattrocento persone! E lui li accontentò“.

Continua Di Lupidio: “Mi ricordo anche dei dettagli. Dell’umiltà di Alessandra Ferri, che da noi fece uno dei suoi ultimi spettacoli (“Io so ciò che uno può fare e cosa no” disse, verosimilmente riferita a se stessa), della gente che riempiva anche i quasi mille posti dell’Arena Barcaccia, o dei camerini assaltati da donne impazzite quando arrivò il sex symbol Antonio Marquez“.

“Non riuscivamo a mandarle indietro. Ma per fortuna! Marquez stava facendo la doccia e, se fossero passate tutte, povero lui!”.

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