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Terra delle Armonie, di armonico c’è rimasto poco

Terra delle Armonie, di armonico c’è rimasto poco. La Direzione Investigativa Antimafia ci dice quanto già sapevamo: non siamo vergini anzi

Pubblicato il 20 Luglio, 2020

I pixel della foto sono sempre più grossolani e fuori misura. La “Terra delle Armonie” è ormai un’immagine sfuocata, ben rappresentata dalla mancanza di programmi dei candidati (a Governatore marchigiano e sindaco di Macerata) che, a due mesi dal voto, ancora giocano a rimpiattino, e al posto della pianta si nascondono dietro parole chiave come sostenibilità e mutualità.

Ce l’hanno insegnato i social che senza keywords non si va da nessuna parte e i nostri seguono pedissequamente la lezione per rinviare tutto a data da destinarsi.
Il programma vero invece la dà la Direzione Investigativa Antimafia, che ci rende noto ciò che più che sospettare sapevamo: l’infiltrazione della ‘ndrangheta nelle Marche è viva e reale.
Gli squali hanno adocchiato da tempo le aziende su cui possono mettere le mani (5 confiscate negli ultimi tempi) dell’eccellente impianto produttivo orgoglio del made in Italy oppure come arrivare ai soldi della ricostruzione post-terremoto, tanto da spartirsi il territorio: qui nel Maceratese i compari sono crotonesi.
Ristorazione e costruzioni, i pendolari del crimine viaggiano da Sud a Nord e da Nord a Sud. Come potevano non accorgersi di questa splendida Regione abbandonata?

Nella foto delle disarmonie ci sono anche immagini recenti (M5S e Pd che non si parlano, nonostante le sollecitazioni romane, o le diatribe di maggioranza di Civitanova – oggi il sindaco ha revocato le deleghe all’Assessore al Turismo e Spettacolo in una sorta di “querelle” intestina al centrodestra di cui parleremo domani) e antiche, come la solita ressa per candidarsi a consigliere regionale. Lotte intestine in cui perdono in genere tutti.

“La solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia” scriveva De Andre’.

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