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Beffa Covid-19: non è infortunio sul lavoro per l'assicurazione

Roberto d’Ippolito

Beffa Covid-19: non è infortunio sul lavoro per l’assicurazione. Polemica per la morte del medico di Scarperia

Beffa Covid-19: non è morte sul lavoro per l’assicurazione, «La memoria e il ricordo del medico di base di Scarperia morto per Covid non può convivere con una querelle giuridica tra assicurazioni

Pubblicato il 22 Luglio, 2020

Beffa Covid-19: non è morte sul lavoro per l’assicurazione, «La memoria e il ricordo del medico di base di Scarperia morto per Covid non può convivere con una querelle giuridica tra assicurazioni: alla moglie e alla giovane figlia sia dato accesso al fondo dedicato istituito dalla Protezione civile». Così Roberto d’Ippolito, (nella foto) avvocato e presidente dell’associazione Politica, Ora!, interviene sulla vicenda del dottor Giandomenico Iannucci, medico di Scarperia e San Piero, deceduto lo scorso 2 aprile  per il Covid-19. Secondo le assicurazioni presso cui aveva stipulato la sua polizza professionale non si tratterebbe di infortunio per lavoro

«Una questione che riguarda tutti i sanitari e i particolar modo i medici di famiglia, in prima linea in questa emergenza sanitaria. E’ necessario tutelare la loro professione e soprattutto riconoscere il difficile ruolo di primo presidio che nell’emergenza sanitaria ancora in corso abbiamo visto essere fondamentale. La solidarietà è stata sbandierata ovunque, li abbiamo chiamati eroi, e quando si chiede conto di tutta questa disponibilità ci si scontra con la burocrazia». 

Il fondo è nato con lo scopo di aiutare le famiglie dei sanitari che hanno perso la vita e ha raccolto i contributi di  imprese e singoli cittadini. «Esiste questo fondo dedicato al sostegno delle famiglie di medici e infermieri morti sul lavoro – ricorda d’Ippolito –  utilizziamo per aiutare la vedova del dottor Iannucci e la giovane figlia».

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