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Piacenza, stazione mobile al posto della caserma chiusa e da oggi un nuovo comandante. Nistri: lo Stato non si ferma

Pubblicato il 23 Luglio, 2020

“I reati ipotizzati sono gravissimi e per questo motivo procederemo con il massimo rigore, avendo sospeso tutto il personale coinvolto, proseguiremo sempre con la massima severità per l’accertamento in via autonoma disciplinare della posizione dei singoli. Fin da stasera a Piacenza i cittadini troveranno una Stazione mobile al posto della Caserma, per il momento chiusa, e da domani troveranno anche il nuovo comandante della Compagnia. Lo Stato non si ferma”. Con queste parole ferme, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri commenta la terribile vicenda dei sette Carabinieri in forze alla caserma di Piacenza arrestati ieri con accuse pesantissime, dallo spaccio di droga all’estorsione, dalla tortura alla ricettazione.

“Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili”. Sono alcune delle frasi agli atti nell’ordinanza che ha portato ieri all’arresto dei carabinieri e al sequestro della caserma di Piacenza, raccolte attraverso un’intercettazione ambientale. “Abbiamo trovato un’altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi!”, si legge ancora nei documenti.

“Faccio a fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito”. Il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, non fa sconti ai carabinieri arrestati dopo una lunga indagine. Possesso e spaccio di droga, torture ed estorsioni i reati contestati ai sette arrestati, considerati una vera e propria banda nelle cui mani si trovava l’intera caserma di Piacenza, alla quale sono stati infatti apposti i sigilli dell’autorità giudiziaria.

“Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi in piena epoca Covid e del lockdown, con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti Covid”, ha proseguito il Procuratore nel corso della lunga conferenza stampa tenutasi ieri.

“Siamo di fronte a reati impressionanti se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri. Si tratta di aspetti molto gravi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato. Una serie tale di atteggiamenti criminali che ci ha convinto a procedere anche al sequestro della caserma dei carabinieri per futuri accertamenti”, ha aggiunto Pradella. Le accuse sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

“Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110 mila uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”, commenta il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda”, ha aggiunto Guerini.

“Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto”, aveva continuato il ministro, cui hanno fatto eco le parole e i provvedimenti del comandante generale dell’Arma, che ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego” per i militari coinvolti nell’inchiesta. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.

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