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Tutti i ricordi in un Diario: l’anima di Firenze e dell’essere fiorentini

In un Diario l”anima di Firenze, tutti i ricordi dell’essere fiorentini. Interviste, ricordi e documenti per un museo della memoria

Pubblicato il 26 Luglio, 2020

In un Diario l”anima di Firenze, tutti i ricordi dell’essere fiorentini. Interviste, ricordi e documenti per un museo della memoria: nasce il Diario Popolare della città di Firenze, dove tutti i cittadini possono attingere e partecipare, per ricostruire e conservare insieme le storie personali e collettive. Da un’idea dell’associazione culturale Fund4Art, il progetto vede il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Assessorato alla Memoria e la collaborazione di MAD – Murate Art District.

La nascita del Diario Popolare, anima di Firenze e dell’essere fioentini, si pone la finalità di raccogliere le testimonianze di piccole e grandi storie, ricordi e aneddoti, per non perdere pezzi importanti della storia popolare della città. Per farlo saranno con il team alcuni volti dell’arte e dello spettacolo di Firenze, solo i primi saranno l’attrice Gaia Nanni e il giornalista e scrittore Benedetto Ferrara.

La chiamata per diario, anima della città, è aperta a tutti gli abitanti dell’area fiorentina e non avrà termine, parteciperanno associazioni e scuole, chiunque possa essere capace di raccontare storie non solo del passato, ma anche del presente della città.

Il progetto ha giù identificato dei temi centrali, dai quali possono partire e tornare le parole e le sensazioni: l’Arno, le feste popolari, la vita nelle piazze, il giardino di Boboli, le ricette tipiche, il cinema e la musica. I cittadini potranno contribuire con video propri, foto, oppure scritti che riguardano i propri ricordi (da inviare all’indirizzo mail inviavideo@diariopopolare.it): tutto sarà inserito in digitale creando un archivio sul sito www.ildiariopopolare.it e promosso tramite le pagine social, grazie al lavoro di professionisti come operatori culturali, videomaker e scrittori.

Per quelle che possono essere pagine del diario, anima di Firenze, si può andare dalle partitelle in piazza Indipendenza alla casetta in cima alla collina di Boboli, dalla nascita del mitico cocktail Negroni al rito della rificolona che accompagna grandi e piccini, il Diario è già tra di noi: non resta che fissare le parole, gli odori e l’orgoglio di Firenze su una piattaforma aperta a tutti, per non lasciare che nulla vada perso, per accompagnare la potenza dell’oralità, la storia tramandata dai nonni ai genitori e poi ancora ai figli di domani.

«Raccontare e raccontarsi partendo dalla straordinaria concretezza della e delle vite “normali” e da un territorio che è la casa per tutti coloro che vi sono nati o hanno deciso di viverci. È l’aspetto più bello del far memoria e lasciare tracce vive del tempo che scorre inesorabile nel susseguirsi di accadimenti e persone che hanno sempre qualcosa da raccontare – sottolinea l’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini – ed è bello questo progetto a cui auguro di svilupparsi nelle sue diverse articolazioni e con la passione umana e civica di coloro che lo hanno ideato e lo stanno proponendo a tutti noi».

«Tramandare la fiorentinità attraverso la memoria di ognuno di noi: questo progetto ha il merito di raggiungere questo obiettivo – aggiunge il consigliere delegato alla promozione e alla valorizzazione della fiorentinità dice Mirco Rufilli – e di coinvolgere giovani, anziani, lavoratori, mamme, bambini; ognuno con il suo racconto può porre l’accento su un aspetto particolare della nostra città, una storia, un luogo, una manifestazione, e tutto contribuisce a costruire una fotografia di Firenze nel suo straordinario complesso. Ho partecipato volentieri al progetto con il mio racconto, incentrato sulla mia infanzia nel rione di Santo Spirito: tramandare vuol dire anche impegnarsi in prima persona al mantenimento e alla narrazione della nostra storia e questo è un modo efficace e innovativo per farlo».

«L’ambizione è quella di porre la prima pietra per una collezione aperta, un archivio popolare, che domani possa diventare un vero e proprio museo dell’immateriale – conclude la presidente di fund4ar Francesca Merz e per patrimonio immateriale si vuole intendere tutto ciò che riguarda la storia sociale, antropologica e artistica di una comunità, che riguarda ogni aspetto della vita sociale: cibo, musica, arte, sport, racconti tramandati oralmente. L’idea è nata dall’incontro di amici, nelle sere d’estate, dalle loro risate e il racconto delle proprie vite, così vicine così distanti nello spazio e nel tempo di una società che muta a velocità notevole».

«La memoria racchiusa in Diario di Firenze è un’operazione assolutamente necessaria per le comunità, sia per quelle non ancora totalmente inghiottite dal consumismo e dalla globalizzazione, sia per quelle che invece vivono una crisi identitaria, sfociando sovente in fenomeni di razzismo e chiusura. Conoscere e riconoscersi in un’identità e in una storia comunitaria permette di guardarsi allo specchio, apprezzare e rispettare i propri tratti, come di riconoscere gli altri e le differenze, di accettarle e comprenderle in maniera profonda e costruttiva, riconoscendo anche le radici comuni, fatte spesso di usi e costumi quotidiani, sonorità, ricordi», conclude.

«Sono da sempre fortemente interessata alle storie degli altri – conclude l’attrice Gaia Nanni – ed oltre a metterle in scena, ho ritenuto davvero vitale dare il mio contributo per la realizzazione di un archivio di memoria presente, bussola in questi tempi moderni e bui».

Per informazioni: www.ildiariopopolare.it

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