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Montebelluna, rissa in centro e assembramenti. Lo sfogo del sindaco

Serata negativa, quella dello shopping night di giovedì 23 luglio a Montebelluna, sotto due aspetti…

Pubblicato il 24 Luglio, 2020

Serata negativa, quella dello shopping night di giovedì 23 luglio a Montebelluna, sotto due aspetti. Il primo riguarda la zuffa fra ragazzi sotto i venti anni, molti dei quali minorenni, avvenuta nei pressi di piazza Marconi. Il secondo aspetto riguarda invece i troppi assembramenti e lo scarso rispetto delle regole anti-Covid 19.

Il sindaco, informato nella mattina di venerdì 24 dal Comandante dei Carabinieri, ha provveduto immediatamente a convocare il Centro operativo comunale, ancora attivo per l’emergenza Covid 19, alla presenza del vicecomandante della Polizia locale, Giovanni Troncon, del segretario comunale, Ivano Cescon, del dirigente ai lavori pubblici, Pierantonio De Rovere, del responsabile della Protezione civile, Antonio Netto e dell’assessore al commercio.

Spiega il sindaco: “Entrambi i temi – la rissa e gli affollamenti – destano grandissima preoccupazione. Mi dispiace dover dare un ultimatum, ma così le serate dello Shopping Night non possono funzionare.

Parto dal primo aspetto, quello più legato alla prevenzione sanitaria anti-Covid 19: avevamo ben chiarito che dovevano essere evitate le occasioni di assembramento e che dovevano essere rispettate le misure di distanziamento, di qui la decisione di consentire l’allargamento dei plateatici, non il loro ampliamento, per tenere più lontani i posti.

Purtroppo, il sopralluogo effettuato ieri sera dalla Polizia locale, dalla Protezione civile e anche dal vicesindaco, che è medico, al termine del consiglio comunale, porta a rilevare che vi sono persone che non rispettano le misure igienico-sanitarie, che stanno vicine senza mascherina, creano assembramenti e questo non va bene.

Avevo consigliato ai commercianti di evitare di organizzare gli Shopping night nella giornata del giovedì per scongiurare l’associazione mentale con i giovedì musicali che negli ultimi anni erano diventati grandi occasioni di aggregazione sociale, cosa che nell’età del Coronavirus non ci si può permettere.

Quanto temuto si sta verificando: l’introduzione dei servizi di vigilanza è stata utile ma non sufficiente.

Sia chiaro: se qualcuno pensa che l’emergenza Coronavirus sia passata e che non ci sia più il rischio di un nuovo lockdown sbaglia e se questo avvenisse, le conseguenze per il commercio sarebbero disastrose. Non è giusto che le disattenzioni di pochi penalizzino tutti.

E questo mi porta al secondo tema: il ritorno alle notti bianche funge da attrattore anche per i giovani, molti dei quali minorenni e provenienti da fuori Comune. Ieri una ventina di loro, concentrati nell’area del Selese e Marconi hanno litigato per futili motivi. Un ragazzo è stato aggredito da un soggetto aggressivo e questo ha scatenato una rissa che è stata sciolta dal pronto intervento dei Carabinieri presenti con l’aiuto dei vigilanti.

Per due di Valdobbiadene è già stato emesso il foglio Via ma per i minorenni questo non è fattibile.

La grande domanda che ci si deve porre è: ma dove sono quei genitori che dormono sonni tranquilli mentre i loro figli minorenni all’una di notte si trovano ancora in un’altra città rispetto a quella di provenienza? Diversi di questi sono stati identificati ma quello che è peggio e che pone il problema è il fatto che questo atteggiamento sembra corrispondere ad una moda, ad uno stile distruttivo ed autodistruttivo.

Convocherò per l’inizio della prossima settimana i rappresentanti de Il Mosaico e dell’Ascom perché, con tutta evidenza, più che di Shopping Night si deve avere il coraggio di parlare di ritorno alle “notti bianche” in un periodo sbagliato visto che si stanno riaccendendo i focolai di Coronavirus ed il clima, purtroppo, non gioca a favore con giornate che sembrano quasi autunnali.

Notti bianche che diventano l’occasione per alcuni ragazzi che hanno bisogno di un immediato aiuto per scatenare l’aggressività, perché di questo si tratta.

Non si tratta di fare moralismi perché i ragazzi a quell’età possono anche trascendere e sbagliare. In ogni caso hanno bisogno di aiuto ma ancor più hanno bisogno di aiuto le loro famiglie ed i loro genitori che dovrebbero ricordarsi di avere una responsabilità almeno fino a quando i figli non hanno raggiunto la maggiore età.

Il ruolo del genitore non si può delegare a nessuna istituzione, tanto meno alle forze dell’ordine”.

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