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Newly appointed Italian Prime Minister Matteo Renzi gestures during a debate for a confidence vote at the Italian Senate on February 24, 2014 in Rome.Matteo Renzi was to unveil details of his ambitious government programme on Monday as he faced a confidence vote in parliament in a key test of his power to unite warring factions and secure a solid majority. The new premier is expected to present plans for rapidly overhauling the tax system, job market and public administration in his speech to the Senate, which will put his newly-formed cabinet to a confidence vote. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Mes: salgono le tensioni tra la maggioranza

Nel perpetuo scontro sul Mes la maggioranza continua a dividersi e i toni dei leader si fanno di giorno in giorno più accesi.

Pubblicato il 27 Luglio, 2020

Nel perpetuo scontro sul Mes la maggioranza continua a dividersi e i toni dei leader si fanno di giorno in giorno più accesi. Oggi il vice ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, torna sul tema: “Non metto il carro davanti ai buoi, oggi non serve”, dice durante il suo intervento alle Olimpiadi delle Idee, un incontro virtuale che ha messo insieme ministri, cittadini, parlamentari, sindaci, consiglieri regionali e comunali, team del futuro, esperti e attivisti, per dare vita a nuove idee e trovare soluzioni ai problemi attuali. Un dibattito sterile nei risultati, sottolinea Buffagni, che richiama alla memoria lo scontro sulla Tav del precedente governo gialloverde. Un precedente niente affatto incoraggiante se è vero che il voto del Senato sulle mozioni per la riapertura dei cantieri della Torino-Lione furono l’anticamera della crisi politica.

Oggi a marcare la distanza è Italia Viva con il suo leader Matteo Renzi. In una intervista l’ex premier sottolinea la necessità di chiedere l’accesso alle risorse del Mes parlando di tempi bui in arrivo: “Io penso che non saranno Zingaretti o Renzi a imporre il Mes, lo farà la realtà. In autunno la crisi sarà tale che i soldi del Salvastati s’imporranno da soli. Del resto se lei ha un mutuo di 30 anni, da 1000 euro al mese, e gliene offrono uno da 15 anni a 500 euro, rifiuterebbe?”.

Parole a cui Buffagni risponde con un secco “Renzi è un gufo. Di certo la situazione economica non è rosea e ci aspettano mesi difficili. Ma stiamo lavorando per programmare una ripartenza del Paese”. Per Italia Viva non serve né la task force di cui ha parlato Giuseppe Conte nè la bicamerale proposta da Forza Italia: “Ci sono già le commissioni permanenti”, sottolinea il renziano Marco Di Maio.

Per Buffagni, l’istituzione di una commissione bicamerale “è una proposta di buonsenso. Io credo che sia un’ipotesi nata anche dal presidente Fico e che ha messo al centro la dinamica parlamentare. Quindi mi pare una cosa di buon senso”. Dello stesso avviso anche Leu, che con la senatrice e presidente del Gruppo Misto, Loredana De Petris, sottolinea: “Dal Piano di Rilancio che deciderà come usare concretamente gli stanziamenti e i prestiti del Recovery Found europeo dipenderà il futuro dell’Italia nei prossimi decenni. E’ dunque obbligatorio e necessario che il Parlamento, sede del potere legislativo per dettato costituzionale, eserciti una funzione determinate e centrale nel decidere come investire quei fondi”.

In merito al Parlamento dopo la presa di posizione del Presidente della Camera Roberto Fico, si è espressa anche la presidente del senato Elisabetta Casellati. che ha commentato: “Il Parlamento è diventato invisibile perchè è stato svuotato dalla funzione legislativa attribuita dalla Costituzione”.

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