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Accordo per valorizzare l’area archeologica di Carmignano

Pubblicato il 2 Agosto, 2020

L’accordo siglato il 29 luglio dal Direttore regionale musei della Toscana, Stefano Casciu, e il Sindaco del Comune di Carmignano, Edoardo Prestanti, inaugura una nuova fase nell’attività di valorizzazione dell’Area archeologica di Comeana, che torna accessibile al pubblico con visite guidate che partono dal Museo Archeologico di Artimino.

La Direzione regionale musei della Toscana, che gestisce una rete museale diffusa su tutto il territorio toscano, con ben 49 luoghi della cultura di competenza statale, nella sua azione di coordinamento territoriale delle attività di valorizzazione dei beni culturali ha adottato una politica di piena collaborazione con gli enti pubblici e privati e con le associazioni operanti nel territorio di propria competenza, promuovendo la gestione e la valorizzazione integrata del patrimonio culturale, nello spirito dell’art. 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

L’accordo con il Comune di Carmignano risponde a precise esigenze di integrazione tra il Museo Archeologico di Artimino ‘Francesco Nicosia’ e le aree archeologiche del territorio, in particolare, per la loro importanza e monumentalità, le tombe di Montefortini e Boschetti, i corredi delle quali sono esposti all’interno del museo. Il progetto museale, quindi, tiene conto di una forte integrazione con il contesto territoriale, sia negli aspetti didattici, sia nelle effettive possibilità e modalità di fruizione e valorizzazione. L’esigenza di una fruizione ampliata e integrata è avvertita in particolare dagli istituti scolastici che hanno come tappa fondamentale dell’attività formativa la visita al museo e alle aree archeologiche, e va anche nella direzione di articolare e arricchire l’offerta turistica del territorio.

L’accordo mira quindi alla creazione di un percorso unitario di visita, già sperimentato in passato, ma ora gestito principalmente dal Comune, che si snoda tra l’Area Archeologica di Comeana e il Museo “F. Nicosia”, con il supporto, in particolare per gli aspetti programmatici e scientifici, della Direzione regionale. Una recentissima prova generale della fattibilità e della potenzialità della collaborazione, che fa seguito ad altre esperienze simili degli anni passati, si è avuta in occasione dell’apertura serale dell’area archeologica per le Notti dell’Archeologia 2020 che ha dimostrato come i tumuli si possano ben prestare anche ad iniziative straordinarie, in grado di arricchire l’offerta culturale e attirare un pubblico più vasto.

L’area di Carmignano conserva splendidi esempi di architettura funeraria tra i più importanti della Toscana e che sono la testimonianza della prosperità del territorio nella fase orientalizzante della civiltà etrusca, tra la fine dell’VIII e gli inizi del VI sec. a.C. Il più imponente monumento funerario della zona è il Tumulo di Montefortini, una collinetta artificiale oggi alta dodici metri, che ospita due tombe: la più antica è una tomba circolare (tholos) con il diametro di oltre sette metri e visitabile dall’alto grazie ad un percorso rialzato da cui si può ammirare la copertura ”a falsa cupola”. Il ricchissimo corredo funerario recuperato all’interno della tomba (databile intorno al 640-630 a. C.) comprende molti materiali preziosi, come due incensieri di bucchero decorati a traforo, un’eccezionale coppa di vetro turchese e una nutrita serie di oggetti in avorio decorato.Adiacente alla tholos si trova un’altra tomba a camera rettangolare, fatta costruire dalla stessa famiglia aristocratica, con un monumentale corridoio d’ingresso (dromos) a cielo aperto, un vestibolo quadrangolare e infine la camera, entrambi con una copertura “a falsa volta”. 

Poco distante dal Tumulo di Montefortini si trova il Tumulo di Boschetti. Si tratta anche in questo caso di una tomba a tumulo, erosa nella parte sommitale dai secolari lavori agricoli. All’interno di questa struttura era ricavata una camera rettangolare, accuratamente pavimentata e sigillata da un lastrone di pietra, preceduta da un vestibolo, al quale si accedeva attraverso un corridoio, chiuso a sua volta da un altro grande lastrone di pietra serena, materiale utilizzato anche per la costruzione del resto della tomba. Attualmente l’architettura è conservata per un’altezza massima di 1,25 metri. In questa struttura vennero recuperati diversi materiali di corredo, databili tra il 670 e la metà del VII sec. a. C.

“Si tratta di un’importantissima iniziativa”, commenta il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti. “Tramite la collaborazione con la Direzione regionale musei della Toscana si apre un’opportunità irripetibile per il nostro territorio. La civiltà etrusca rappresenta infatti la culla identitaria di Carmignano, duemila anni di storia che hanno lasciato tracce indelebili nel presente della comunità locale”.

“Questa collaborazione alla gestione del tumulo di Montefortini – aggiunge l’assessore alla cultura Stella Spinelli – ci permette di valorizzare ancora di più il patrimonio etrusco presente nel nostro Comune. Un altro passo nella crescita culturale e turistica di Carmignano, che sempre di più sta puntando su quel turismo culturale e sostenibile di cui la rete archeologico museale costituisce un tassello fondamentale”.

Le visite guidate ai tumuli di Comeana, così come quelle alla necropoli etrusca di Artimino Prato Rosello e all’area archeologica di Pietramarina si potranno prenotare rivolgendosi al Museo Archeologico di Artimino (tel. 055 8718124; parcoarcheologico@comune.carmignano.po.itwww.parcoarcheologicocarmignano.it ).

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