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Floridiana

Il caso Floridiana e una città non più vivibile

Pubblicato il 3 Agosto, 2020

Una tranquilla domenica pomeriggio alla Floridiana per regalarsi un po’ di frescura in questo torrido inizio d’agosto. Ma la giornata si trasforma ben presto quasi in un incubo per una ventina di turisti e napoletani, anche con passeggini, che si ritrovano chiusi dentro al parco molto prima dell’orario di chiusura. Ma veniamo ai fatti raccontati da una delle protagoniste del grave disservizio. Valentina Brandi lo fa attraverso il proprio profilo di Facebook.  

«Accesso da via Cimarosa regolarmente aperto. Ore 16.00, vorremmo uscire ma… ci hanno chiuso dentro! Non c’è nessun avviso che indica una deroga agli orari di apertura e chiusura regolarmente comunicati, ma un cartello (che quando siamo entrati non c’era!) che comunica che l’unico ingresso aperto è a Via Aniello Falcone, che dista parecchio e che cmq a 40°, in salita, sotto al sole, con due passeggini ed una rampa di scale, non me lo faccio nemmeno se ad aspettarmi trovo Brad Pitt. Ci sono 40°, bambini ed anziani che hanno sete. E sono già 20 minuti che aspettiamo».
Poi, arrivano i nostri. Interviene la polizia municipale. Dopo circa 50 minuti di «paziente attesa», come scrive Valentina Brandi su Facebook. «Grazie al pronto intervento della Polizia Municipale del Vomero che è andata a prendere con la macchina di servizio il custode (ovunque fosse!) Ci hanno liberato!!»

Orari di chiusura alla Floridiana

Come racconta Valentina: «Il custode si è giustificato dicendo che “non c’è personale”. Ma è evidente che quei pochi che ci sono non sanno neanche scrivere, visto che bastava solo scrivere l’orario di chiusura. Adesso vediamo la Soprintendenza che cosa ci racconterà!». Eh sì, perché la storia sembra non finire qui, con l’annuncio di una lettera esposto proprio alla Soprintendenza. 

Il caso Floridiana, i trasporti a singhiozzo e la microcriminalità

Quello che è accaduto alla Floridiana può sembrare un paradosso. Quasi un’altra anomalia in una grande città che, da anni, cerca di costruire una nuova immagine come capitale del turismo. Non solo italiano, ma europeo. Le cose, purtroppo, sono un po’ diverse da una realtà sognata e mai raggiunta. Proprio per i disservizi che continuano a registrarsi in settori fondamentali per l’intero comparto turistico. Lasciamo da parte le problematiche relative al post Covid e alla gestione di una emergenza sanitaria continua. A parte anche il caso della Floridiana, vogliamo parlare dei trasporti? Della linea metropolitana 1 che funziona a scartamento ridotto proprio per la presunta mancanza di personale nel mese di agosto, con migliaia di turisti italiani che, lentamente stanno riprendendo una vita normale dopo il lockdown? E la linea due? Addirittura bloccata nella tratta più significativa fino al prossimo 11 agosto per lavori in corso (ma come sono stati decisi i tempi per l’intervento straordinario?). Il caso alla Floridiana, purtroppo, è solo la punta di un iceberg rispetto a quello che sta accadendo in città nell’ultimo periodo. Una microcriminalità sempre più emergente in alcune zone anche centrali di Napoli, una movida fuori controllo, l’incertezza dei trasporti e la gestione complessiva del bene pubblico. Per non raccontare, dispiace dirlo, di alcune aree della città completamente abbandonate con rifiuti di ogni genere depositati dovunque. O delle strade di raccordo trasformate in vere e proprie discariche all’aperto. Se non si corre ai ripari al più presto Napoli rischia di di nuovo di sprofondare. Di tornare indietro agli anni più grigi e desolanti della città.

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