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Civitanova, ma quando si risolvono i problemi di sicurezza del porto? Sono passati decenni

Civitanova, ma quando si risolvono i problemi di sicurezza del porto? Sono passati decenni

Pubblicato il 7 Agosto, 2020

Dopo i grandi silenzi della politica, associazioni di pescatori e diporto nautico si fanno sentire in epoca elettorale con un documento che illustra i problemi del porto civitanovese.

Le cooperative “Casa del Pescatore” e “Piccola Pesca” insieme con l’Unione Diportistica “Il Madiere” sottolineano che “oltre ad essere una notevole realtà economica e lavorativa della nostra città, il porto rappresenta il tratto distintivo dell’ambiente cittadino civitanovese, tappa privilegiata per il turista, luogo di socialità, sport e cultura” in base al fatto che “si trova ad un passo dai principali luoghi di attrazione urbana (il centro città e la piazza, la stazione ferroviaria, il lungomare, la spiaggia), una caratteristica che poche città nelle Marche possono vantare”.

Come abbiamo già scritto in precedenti articoli, porto significa sviluppo per commercio, turismo e nautica.

“Ma nonostante questo – continua il documento – vede ancora irrisolto il problema della sicurezza dell’imboccatura che ne impedisce ogni possibilità di ammodernamento e sviluppo: l’ingresso del porto esposto alle mareggiate da nord-est continua a rappresentare un pericolo per i pescatori a causa del suo basso fondale e per i diportisti che vedono le strutture dei pontili e le loro barche investite dalle onde che entrano direttamente nella darsena”.

Per questo nel 2005 è stato approvato un Piano regolatore: che prevedeva la realizzazione di una nuova darsena turistica privata a nord “che avrebbe portato gli attuali 500 posti barca ai mille previsti dal piano regionale dei porti marchigiani; la nuova struttura avrebbe modificato l’imboccatura del porto orientandola a nord ovest, al riparo dalle mareggiate”.

“A suo tempo le associazioni del diporto e della pesca – continua l’appello – denunciarono subito i rischi che questa scelta comportava ribadendo che la sicurezza dei mezzi e delle persone doveva venire prima dell’ampliamento del porto. A 15 anni di distanza i fatti ci danno tristemente ragione: la nuova darsena privata non è stata realizzata ed il problema della sicurezza rimane tuttora irrisolto”. La crisi ha fatto il resto.

E’ per questo che le associazioni chiedono una iniziativa straordinaria che risolva il problema della sicurezza: “questo obiettivo può essere conseguito modificando l’attuale piano regolatore del porto mediante una variante che preveda la messa in sicurezza dell’attuale imboccatura con una adeguata opera di protezione; la variante dovrà riguardare anche il banchinamento della riva interna da dimensionare in base alle nuove esigenze”.

Le richieste dei firmatari sono le seguenti. “Al comune di Civitanova, a cui per legge spetta l’iniziativa, chiediamo di farsi carico della progettazione della variante al piano regolatore e di avviare quanto prima il confronto che una scelta di questo tipo comporta sia dal punto di vista tecnico che sociale. Alla Regione chiediamo di inserire le opere previste dalla variante al piano regolatore tra le opere pubbliche prioritarie riguardanti i porti marchigiani… Alle forze politiche e ai candidati…” fatti concreti.

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