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Avellino – Saluto romano durante il comizio di Salvini del 2019, a processo 56 enne di Mercogliano

Pubblicato il 8 Agosto, 2020

Avellino – Dovrà sostenere il processo penale un cittadino di Mercogliano, accusato dalla Procura della Repubblica di Avellino di aver fatto il “saluto romano” in occasione della visita ad Avellino del leader della Lega, Matteo Salvini, avvenuta a maggio 2019, a sostegno della candidata a sindaco, Biancamaria D’Agostino. I fatti si riferiscono alla manifestazione pubblica del 6 maggio 2019, nel teatro Partenio.

Il sostituto Procuratore, Teresa Venezia, ha citato direttamente in giudizio il 56 enne ipotizzando il reato di apologia al fascismo.

Il saluto romano, che consiste nel tenere il braccio destro alzato con una inclinazione di 135 gradi rispetto all’asse verticale del corpo, palmo della mano orientato verso il basso e dita chiuse, fu molto usato tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento e divenne una delle forme più note di saluto in periodo fascista, tanto che, nel 1952, Mario Scelba affrontò l’argomento prevedendo – con legge – che talune iniziative assunte dai cittadini sarebbero state ritenute illecite e sarebbero state perseguite per apologia del fascismo. Così il saluto romano è rientrato in quella categoria. I trasgressori rischiano fino a tre anni di reclusione e al pagamento della sanzione pecuniaria di mille euro.

Sull’argomento, sia pure in maniera indiretta, intervenne anche il senatore Nicola Mancino, che nel 1993, nella qualità di ministro dell’Interno, fece approvare la legge per la repressione dei crimini d’odio.

Intanto il cittadino di Mercogliano dovrà comparire innanzi al giudice il 9 dicembre 2020 ed in quella sede proverà a difendersi dall’accusa.

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