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Edilizia, allarme della Uil Messina: in dieci anni imprese dimezzate e “nero” raddoppiato

Pubblicato il 15 Agosto, 2020

Edilizia, nel giro di 10 anni “le imprese attive che erano e sono il vero tessuto socio/economico del nostro territorio si sono drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2010 alle sole 1.355 del primo semestre 2019/2020”. È uno dei dati principali dell’analisi che, come ogni anno a Ferragosto, Uil Messina e Feneal Uil consegnano alla città, dopo aver incrociato e indagato i dati ufficiali dei report statistici della Cassa Edile, dell’Inps e dell’Inail.

Ma non è l’unico dato allarmante. Secondo il sindacato “i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2010 a soli 5.194 del primo semestre ott.2019/mar.2020, con una perdita secca di ben 9.493 posti di lavoro pari al -65%”, mentre “il lavoro nero è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente oltre il 70% della forza/lavoro”.

“Edilizia, numeri tragici da invertire. Altrimenti non c’è futuro”

Non è tutto. “Dobbiamo registrare che l’importante strumento della cassa integrazione ha evidenziato atteggiamenti discutibili da parte di parecchie aziende che hanno approfittato della situazione attraverso l’utilizzo delle misure a favore dei lavoratori, i quali, però, sono stati costretti a proseguire nell’attività lavorativa rigorosamente in nero. Si tratta di un fenomeno che, accanto alla palese truffa, all’elusione contributiva e dei costi della sicurezza, rappresenta una pesante concorrenza sleale nei confronti delle imprese serie e sane che operano anche nella nostra realtà”. E “poco può fare l’Ispettorato del Lavoro che ha un organico assolutamente inadeguato a fare fronte alle attività ispettive nei 108 comuni della nostra provincia”.

In questo quadro, “soltanto invertendo i tragici numeri della crisi dell’edilizia la città metropolitana di Messina può realisticamente pensare ad un futuro di sviluppo, di lavoro legale, di prospettive per lavoratori e imprese”.

Le responsabilità della politica e dell’amministrazione

Dopo oltre due anni di mandato, dalla Giunta De Luca “nessuna idea concreta di città e assoluta mancanza di qualsiasi progetto concreto per il futuro di Messina e della sua provincia. Infatti, al netto delle idee del casinò a Palazzo Zanca e del tram volante, l’attuale amministrazione comunale resterà nella memoria per bluff mediatici che vanno dall’odio nei confronti dei lavoratori e dalla strumentalizzazione della questione risanamento, mai risolta, alla privatizzazione di tutto ciò che è pubblico, dai droni alle telecamere nella raccolta differenziata (installate e mai funzionanti)”.

“Siamo convinti – dice il sindacato – che le importanti risorse che arriveranno dal recovery-found e le previsioni dell’eco-bonus e del sisma-bonus possano smuovere il comparto dell’edilizia privata, senza dimenticare tutte le risorse pubbliche già a disposizione, a partire dagli oltre 750 milioni derivanti dai Patti per il Sud e dal masterplan. Anche su queste ingenti risorse dobbiamo registrare che il sindaco De Luca è arrivato a dichiarare che grazie alla sua rimodulazione si realizzeranno 33 progetti e partiranno 115 cantieri entro il 2021. Guarda caso, si tratta degli stessi concetti espressi lo scorso anno e che, ancora una volta, rinviano al futuro la partenza delle opere”.

“Somme da impiegare subito per dare risposte concrete”

“Se queste somme non verranno realmente impegnate entro il prossimo anno – spiegano Uil e Feneal – andranno definitivamente perse”. Annunci e chiacchiere servono poco. Serve l’impiego delle risorse. “Indispensabile pensare al risanamento, alla rigenerazione urbana, alla riqualificazione delle periferie, alla messa in sicurezza del territorio per dare risposte concrete al necessario sviluppo infrastrutturale della nostra provincia e al bisogno occupazionale delle migliaia di lavoratori edili oggi disoccupati, o impiegati a rischio della propria vita, in lavori nei quali non esiste alcuna regola di sicurezza”.

“Quei lavori al Porto di Tremestieri inaugurati tre volte e non avviati”

È “offensivo” – dichiara il sindacato -“ascoltare, ormai da troppi anni, ad un elenco, trito e ritrito, di lavori annunciati e sistematicamente mai iniziati: il simbolo più eclatante è rappresentata dai lavori per la realizzazione del Porto di Tremestieri che sono stati annunciati già tre volte con la relativa cerimonia di inaugurazione dei lavori. Come noto, ad oggi, non è stato fatto assolutamente nulla,”.

E ancora il sidnacato segnala “la Via Don Blasco, opera iniziata e arenatasi a meno della metà del tracciato, il viadotto Ritiro che tra caos ed enormi ritardi sta procurando pesantissimi disagi alla cittadinanza, il Porto di S. Agata Militello, il Pontile di Giammoro, il completamento del 1° lotto della Nord/Sud Gela-S. Stefano di Camastra, la Fiera di Messina, il nuovo Tribunale, il depuratore di Tono, la messa in sicurezza delle Scuole, il rifacimento delle strade urbane ed extra-urbane, il ripristino definitivo della rete fognaria, l’edilizia sanitaria, la messa in sicurezza dei torrenti, la realizzazione degli alloggi popolari a S. Giovannello, il risanamento di Bisconte, del Rione Taormina, di  Camaro San Paolo, Fondo Saccà, Fondo Fucile… Sono tutte opere il cui elenco viene ripetuto stancamente da troppi anni e che ha prodotto pochissimi posti di lavoro”.

“Crisi dell’edilizia conseguenza dell’incapacità della classe dirigente”

La crisi dell’edilizia – concludono Uil e Feneal – “è il frutto avvelenato della totale incapacità della classe dirigente e politica locale, regionale e nazionale. I numeri tragici del settore dell’edilizia ci obbligano a lanciare l’ennesimo grido d’allarme per sensibilizzare tutte le Istituzioni che, senza se e senza ma, devono mettere in campo tutte le iniziative per avviare le opere finanziate, già appaltate e cantierabili. Non possiamo più consentire ai nostri giovani di emigrare lontano da casa in cerca di occupazione e di prospettive future che, oggi, con nostra grande rabbia, Messina non riesce a garantire”.

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