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San Bartolomeo a Lipari, da giovedì 20 si apre al pubblico il Palazzo Vescovile

Pubblicato il 17 Agosto, 2020

In occasione della festività di San Bartolomeo, da giovedì 20 agosto, dalle ore 20 alle ore 24, sarà possibile visitare il Palazzo vescovile di Lipari.

“Quest’anno i festeggiamenti in onore di San Bartolomeo, Patrono delle Isole Eolie, verranno vissuti in un clima di austerità”, scrive l’arcivescovo di Messina Lipari Santa Lucia del Mela, Mons. Giovanni Accolla nel suo messaggio. “La pandemia in corso, che sta flagellando il mondo intero, ci obbliga a vivere con prudenza e con senso di responsabilità ogni momento di aggregazione sociale, tra cui i nostri eventi religiosi. Pur nella consapevolezza che le norme sul ‘distanziamento sociale’ sono misure cui attenersi anche per le manifestazioni religiose, certamente non mancherà ad alcuno la gioia di vivere la festa del Santo Patrono come un’opportunità di rinascita per la vita spirituale. La festa sarà, pertanto, caratterizzata da attività di evangelizzazione, di preghiera e di vita sacramentale”.

Giovedì 20 alle ore 20:30 l’arcivescovo, alla presenza del clero e delle autorità, inaugurerà, all’interno del Palazzo vescovile, gli ambienti nei quali sono stati allestiti, in anteprima, alcuni spazi del nascente Museo Diocesano, che custodiranno alcune opere pittoriche e scultoree, argenti e paramenti sacri provenienti da diverse chiese dell’Isola di Lipari.

L’intento è quello di “restituire” il Palazzo del Vescovo, di origini seicentesche e rimaneggiato nel corso dei secoli, alla fruibilità degli eoliani e dei tanti turisti, immaginando di trasformarlo in un luogo di arte, di cultura e di promozione umana.

“In un momento di incertezze e di destabilizzazione globale, la comunità ecclesiale di Lipari, attraverso la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico-artistico, intende porre un seme di speranza”, afferma l’arcivescovo. “La memoria storica e la possibilità di ammirare quanto i nostri predecessori hanno realizzato hanno infatti una grande forza pedagogica: ci dicono che ‘nulla è impossibile’ e che, attraverso la condivisione di ciò che è bello, si può essere creativi e testimoni dell’amore che Dio non fa mai mancare alle sue creature”.

Raccontare le tradizioni religiose di un’Isola attraverso quanto realizzato e tramandato nel tempo rappresenta “una sintesi affascinante tra la vita quotidiana e una spiritualità vissuta tra preghiera e simboli di condivisione, tra memoria e ospitalità di un territorio straordinario come l’Arcipelago delle Eolie, con il desiderio di avvicinare il passato con il presente, per far conoscere uno spaccato e un aspetto molto importante della vita degli abitanti del posto e di come queste tradizioni siano giunte fino a noi. È un modo per accostare il fascino delle bellezze naturali del territorio con il patrimonio storico, religioso e culturale: un accostamento tra due tipi di bellezza, la natura e le tradizioni popolari e religiose che hanno fatto la storia”.

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