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Il Covid cambia la storia? L’incubo di Trump

Il ticket degli sfidanti, Joe Biden e Kamala Harris, cavalca l’incapacità di Trump di gestire la pandemia. Sharon Stone ha lanciato un appello video diventato virale. In Parlamento si combatte per il voto “anti contagio” (per corrispondenza). E intanto il Covid è diventato la terza causa di morte negli Usa

Pubblicato il 23 Agosto, 2020

In principio è stata Sharon Stone. Sorella e cognato malati di Covid-19. Uno Stato, il Montana, dove i test non si fanno agli operatori sanitari né ai parenti dei malati. L’appello della star di Hollywood va ben oltre la questione intima. Non è uno sfogo. E se la stampa ha preferito sottolineare il fatto che l’attrice chiede a tutti di indossare le mascherine e adottare norme di comportamento sicure anti contagio, ad ascoltarla bene Sharon Stone dice anche tanto altro. Per un verso denuncia severamente l’inadeguatezza delle politiche pubbliche statunitensi, per altro verso incita gli elettori a votare Kamala Harris, scelta come candidata vicepresidente da Joe Biden, lo sfidante di Donald Trump. “Le donne al potere combattono per la famiglia. Combattono perché la gente sia curata. Combattono contro il Covid-19”.

La sfida giocata sulla gestione della pandemia Covid

D’altronde lo sfidante di Trump, Joe Biden, già nel giorno della sua investitura ha puntato tutto o quasi proprio sulla lotta al coronavirus. “Svilupperemo e implementeremo test rapidi con i risultati immediatamente disponibili. Faremo le forniture mediche e l’equipaggiamento protettivo di cui il nostro Paese ha bisogno. … Ci assicureremo che le nostre scuole abbiano le risorse necessarie per essere aperte, sicure ed efficaci. Metteremo da parte la politica”. Chiudendo la prima convention virtuale dei Democratici, venerdì 21 agosto, Biden ha parlato di lotta tra luce e oscurità. E l’oscurità è rappresentata dalle “quattro crisi epocali. Tutte insieme. Una tempesta perfetta. La peggiore pandemia in oltre un secolo. La peggiore crisi economica dalla Grande depressione. Le più forti proteste contro il razzismo dagli anni Sessanta. E l’innegabile realtà della minaccia sempre più urgente del cambiamento climatico”.

Una vicepresidente designata “in lotta contro il virus”

Gli analisti politici di tutto il mondo ammettono che la gestone della pandemia di Covid è il principale punto di debolezza del presidente Trump. La vice designata di Biden, Kamala Harris, oltre ad essere donna e afroamericana, oltre a essere stata candidata nelle primarie interne dei Democratici, procuratore generale di San Francisco e poi Attorney general della California, prima donna a ricoprire tale incarico, sta su posizioni progressiste. Ed è dichiaratamente favorevole al piano di assistenza sanitaria gratuita per tutti gli americani.

“La leadership fallita di Trump è costata vite umane e mezzi di sussistenza nel corso della pandemia da Covid” ha detto Harris nel giorno in cui è stata ufficializzata la nomination per la vicepresidenza. Di più. Per trattare i suoi due cavalli di battaglia – lotta al Covid, lotta al razzismo – Harris impregna il suo discorso di parole che si rifanno esplicitamente al virus, legando i due temi l’uno all’altro. “Sebbene questo virus ci colpisca tutti, a essere onesti – dice – i neri, i latini e gli indigeni soffrono e muoiono in modo sproporzionato”. E ancora: “Questo virus non ha occhi, eppure sa esattamente come ci vediamo e come ci trattiamo gli uni con gli altri”. Concludendo: “Non esiste un vaccino contro il razzismo. Dobbiamo lavorare noi per sconfiggerlo”.

Il crollo di Trump nei sondaggi allo scoppio dell’emergenza Covid

Altro dato che mette al centro del conflitto elettorale statunitense la questione Covid emerge dai sondaggi. Trump era ancora saldo fino ad aprile inoltrato. Poi il crollo in concomitanza con lo scoppio dell’emergenza coronavirus anche negli Stati Uniti dopo che nelle settimane precedenti il presidente aveva sottovalutato il rischio. Lo conferma, tra gli altri, il sondaggio di Usa Today che a fine giugno dà Biden 9 punti sopra Trump, mettendo in grafico le oscillazioni dei consensi.

Gli appelli delle star all’autoisolamento

Già a marzo, peraltro, mentre appunto il governo Usa ancora temporeggiava ed i test avevano prezzi “impossibili”, un fiume di grandi nomi ha occupato lo spazio lasciato allora libero dalla politica. Da Tom Hanks, contagiato insieme con la moglie, a Orlando Bloom, rientrato in America per mettersi in isolamento, da Lady Gaga rintanata a casa con i suoi cani a Heidi Klum che si scambiava baci a distanza con il marito, da Ariana Grande che twittava “è incredibilmente pericoloso ed egoista prendere questa situazione con leggerezza” a Taylor Swift che invitava al “sacrificio sociale”, a Miley Cyrus che scriveva su instagram “Siate ragionevoli, rispettosi, compassionevoli”. Tutti, insomma, ad incitare all’auto-quarantena.

Il Covid terza causa di morte negli Usa

La gravità della situazione statunitense e la connessione tra l’emergenza sanitaria e la politica Usa sono state raccontate a Day Italia News anche da Amelia Conte-Russian, medico Chicagoan di origine siciliana.  È dunque possibile che il Covid determini i risultati delle elezioni negli Stati Uniti?

La domanda non è peregrina. Anche se alle elezioni mancano ancora più di due mesi e non si sa se il 3 novembre l’emergenza sanitario sarà ancora in pole position tra i temi caldi elettorali, l’allarme è sempre più alto. Qualche giorno fa è stato certificato che il Covid è la terza causa di morte negli Stati Uniti dove si registrano 5,6 milioni di casi e 176 mila vittime. E le ultime notizie dicono che i dem stanno cavalcando l’opzione del voto per corrispondenza proprio per evitare contagi mentre Trump minaccia di bloccarlo con il proprio potere di veto…

Insomma, decisamente non mancano, almeno in questo momento, gli indizi di centralità della questione Covid nell’elezione del “capo del mondo libero”.

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