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Giulia, per curarla servono 100mila euro. La sorella: “Chiederò l’elemosina se serve”. E le amiche organizzano raccolte fondi

Pubblicato il 1 Settembre, 2020

“Lei c’era sempre, cercava di aiutare chiunque le ponesse un problema. Adesso tocca a noi esserci”.

Queste le parole che ricorrono e si rincorrono nei pensieri delle amiche Giulia Centonze, 23enne originaria di Lecce ma residente da sempre nel parmense la cui vita dall’alba del 4 maggio del 2019 è ferma allo stato di “minima coscienza”.

Un’incidente assurdo, alla Fratta: Giulia ha perso il controllo dell’auto, scontrandosi frontalmente contro un’altra. Poi il buio, il trasporto all’ospedale in elicottero, quell’alba mai diventata giorno.

L’unica speranza di miglioramento potrebbe essere trasferirla in una clinica a Innsbruck, in Austria, ma “per tre mesi di cure servono 100mila euro”.

Una cifra importante, per una famiglia modesta, ma unita. Giulia è la piccola di casa, studiava psicologia, voleva fare la criminologa.

La sorella non si dà per vinta: “Se serve chiederò anche l’elemosina”. Le amiche intanto, hanno organizzato una “Cocomerata per Giulia” e lanciato una raccolta fondi: “Lo dobbiamo a lei e alla nostra amicizia” – dicono.

La speranza a Innsbruck- La famiglia Centonze ha sottoposto il caso di Giulia a una clinica privata in Austria, a Innsbruck, che ha ipotizzato la “possibilità di fare dei piccoli passi avanti”. La struttura si è detta disponibile a prenderla in carico. Il problema è il costo del ricovero, ma le sorelle Valentina e Serena sono determinate a percorrere ogni strada: “Per vederla migliorare le proverò tutte, andrò anche a fare l’elemosina se necessario, non mi vergogno a dirlo”, ha detto al Corriere della Sera Valentina, la più grande delle due.

Quel nodo che ci lega a Giulia – Anche le amiche di Giulia hanno deciso di dare il loro contributo per donare alla ragazza la possibilità di curarsi. La loro raccolta fondi si appoggia alla pagina Facebook Quel nodo che ci lega a Giulia, e una campagna su GoFundMe. “La nostra speranza è di riuscire ad aiutare la famiglia”, raccontano le ragazze, “faremo tutto ciò che è in nostro potere”.

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