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Dipendenti al lavoro

Veneto: nel secondo trimestre persi 6.700 posti di lavoro per colpa del Covid

Pubblicato il 1 Settembre, 2020

Nel secondo trimestre 2020 persi in Veneto 6.700 posti di lavoro: è l’effetto Covid-19. Per la prima volta il bilancio occupazionale in Regione nel periodo aprile-giugno è negativo, complice il ritardato e parziale avvio della stagione estiva. Da giugno però si consolidano i segnali di ripresa

A misurare il crollo delle assunzioni stagionali e un rallentamento complessivo dell’occupazione è la Bussola dell’Osservatorio di Veneto Lavoro.

Il risultato negativo è dovuto principalmente ai provvedimenti di lockdown imposti per limitare la diffusione del contagio, che hanno comportato, da un lato, il mancato avvio delle attività stagionali legate alla Pasqua, e dall’altro il ridotto e ritardato avvio di quelle estive; ma dimostra anche la brusca accelerazione di una tendenza al rallentamento dell’occupazione in atto da tempo.

A diminuire sono soprattutto le assunzioni, dimezzate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-49%). Su base annua – calcola Veneto Lavoro – il calo è stato di oltre 40.700 posizioni lavorative

Il saldo occupazionale negativo del secondo trimestre 2020 è interamente imputabile alla componente femminile (-8.600 posizioni lavorative contro +1.900 degli uomini) e italiana (-10.600) mentre quella straniera registra una leggera crescita (+3.900).

A livello territoriale, saldi trimestrali negativi si registrano a Padova (-5.600 posti di lavoro dipendente), Treviso (-5.300) e Vicenza (-4.700). Segno più a Venezia (+6.700) e Verona (+1.400), le due province che nell’intero periodo di crisi sanitaria e occupazionale hanno pagato il prezzo più alto e che, nonostante il lieve recupero mostrato con l’avvio della stagione estiva, sono lontane dal ripianare le perdite subite durante il lockdown soprattutto in termini di mancate assunzioni. In terreno leggermente positivo anche Belluno (+500) e Rovigo (+300). Il saldo su base annua è negativo in tutte le province: ai vertici della classifica dei saldi negativi risultano Venezia e Verona, dove negli ultimi dodici mesi sono andati persi rispettivamente circa 24.000 e 10.300 posizioni di lavoro dipendente.

Dopo i picchi negativi registrati in aprile, a maggio e a giugno si sono però osservati i primi segnali di ripresa, con l’arresto della caduta occupazionale e il parziale recupero delle assunzioni. I dati aggiornati al mese di luglio, diffusi da Veneto Lavoro tramite specifici approfondimenti statistici sull’impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro regionale, confermano l’accentuarsi di tale ripresa, con un saldo mensile di +12.000 posizioni di lavoro, un valore superiore a quello registrato nel 2019.

I danni occupazionali subiti in periodo di pandemia, quantificabili in circa 53 mila posti di lavoro dipendente persi tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro conclusi, non sembrano tuttavia recuperabili in tempi brevi.

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