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Il caso della morte di Susanna Avesani Pinto per una puntura di vespa. Allergie e shock anafilattico, i sintomi, saperlo riconoscere e cosa fare

Pubblicato il 3 Settembre, 2020

E’ morta per una banale puntura di vespa mentre tranquillamente se ne stava sdraiata in piscina nella sua villa di Castell’Arquato, leggendo notizie dal suo Ipad. Stiamo parlando di Susanna Aversani Pinto la fashion consultant 66enne deceduta a seguito di shock anafilattico per puntura d’insetto sotto un piede. Il collasso è stato quasi istantaneo. La donna è morta poco dopo la folle corsa in ospedale. Purtroppo per lei non c’è stato nulla da fare. Susanna lascia un marito, una figlia e due nipotine. La sua non è stata una vita semplice. In passato aveva sofferto per la perdita della prima figlia per tumore. In seguito perse la madre e il fratello e lei stessa lottò contro un cancro. La felicità completa giunse dopo quest’ultima battaglia e con l’incontro di suo marito Silvio Pinto che le è rimasto accanto fino alla morte.

Morte di Susanna Aversani Pinto a seguito di puntura d’insetto. Ma cosa fare in questi casi? Come intervenire?

Purtroppo i decessi per shock anafilattico sono in costante aumento negli ultimi anni. Le cause possono essere puntura di un insetto, come in questo caso, allergia a qualche alimento o a qualche principio attivo in genere riscontrabile nei medicinali. I primi sintomi possono essere la comparsa di un formicolio o senso di calore alla testa ai piedi o alle mani. In seguito possono manifestarsi: rossori, rinite, difficoltà respiratoria, prurito alla lingua o al palato, alterazione della voce, asma, aritmia o peggio, vomito o collasso. Agire tempestivamente è fondamentale. Come spiegato anche in un servizio televisivo dalla dottoressa Antonella Muraro, responsabile centro allergie alimentari dell’azienda ospedaliera di Padova, “In prima battuta il farmaco da utilizzare è l’adrenalina ed esistono dei dispositivi autoiniettanti disponibili in commercio. (…) Il paziente a rischio viene istruito a farsela. Importante è fare prevenzione soprattutto per i pazienti considerati a rischio…”. La prima cosa da fare in caso di assenza di dispositivi autoiniettanti che possono essere utilizzati anche attraverso gli indumenti, è chiamare, tempestivamente, il pronto soccorso. Nell’attesa e se ci sono evidenti difficoltà respiratorie, è necessario tenere il paziente sdraiato senza dare pillole, liquidi di alcun genere e senza cercare di alzargli la testa. Solo in caso di sensazione di svenimento, sollevare le gambe di 30 o 40 gradi. Se non c’è sospetto di lesioni al collo o alla schiena, potrebbe essere utile posizionare la testa del paziente di lato per facilitare la respirazione.

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