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Central Park a Verona pronto entro il 2026. Sboarina: “svolta epocale per la città”

Pubblicato il 5 Settembre, 2020

Il Central Park si farà e sarà pronto in tempi brevi, prima del previsto. La deadline è il 2026, quando Verona sarà città olimpica. Per chi parteciperà ai Giochi o vorrà assistervi, il passaggio dalla nostra città sarà infatti obbligatorio. Dovranno pertanto già essere in funzione le opere strategiche previste nella trasformazione dell’ex scalo merci ferroviario di Verona Porta Nuova, che prevede la realizzazione di un grande parco urbano, della nuova stazione ad alta velocità/alta capacità, ma anche delle infrastrutture e dei servizi di supporto.

Per Verona si tratta di una svolta epocale, un progetto che cambierà completamente il volto della città, ne alzerà gli standard qualitativi, risolverà problemi viabilistici che si trascinano da anni, ricucirà due zone della città fino ad oggi separate dai fasci di binari. Il Central Park diventerà il nuovo baricentro su cui orientarsi, la sostenibilità ambientale sarà uno dei suoi punti di forza oltre che elemento attrattivo per gli investitori che contribuiranno a rendere viva quest’area. Solo il restante 7 per cento sarà occupato dai volumi, con destinazioni d’uso funzionali al parco, alla sua fruibilità e alla sua sicurezza; mentre il restante 93 per cento della sua elevata dimensione, 450 mila metri quadrati oggi in buona parte non utilizzati, saranno destinati a verde per l’86% e alla stazione che già oggi occupa l’altro 7%. C’è tempo per definire le percentuali destinate al turistico/ricettivo piuttosto che al residenziale; quel che è certo è che gli edifici presenti saranno quelli necessari ad innalzare la qualità della vita, con un mix di funzioni, dallo sport alla cultura, per renderanno il parco sicuro e accessibile a tutti.

Tra gli elementi qualificanti del master plan, c’è sicuramente l’aspetto legato al miglioramento della qualità viabilistica complessiva del Comune di Verona, come è emerso anche dalla redazione del Pums. Il progetto porta con sè un nuovo HUB intermodale a sud della città, per il quale sarà attivato un nuovo percorso di trasporto pubblico; la creazione di un anello circolatorio per rendere più veloce e meno impattante il traffico veicolare di attraversamento interno al parco e di arrivo alla nuova stazione di Verona Porta Verde; la ricucitura della città con un nuovo sottopasso di collegamento tra stradone Santa Lucia e via Albere, un collegamento diretto tra due quartieri vicini, con benefici sostanziali sulla viabilità e sull’inquinamento di tutta la città. Inoltre, il 14% della superficie totale del parco sarà dedicato alla mobilità dolce, con piste ciclabili quale evoluzione naturale e moderna per migliorare l’ambiente creare un parco vissuto tutti i giorni, in sicurezza e sostenibile.

Dieci mesi a partire dalla firma dell’Accordo di programma, tra Comune, Ferrovie dello Stato e Regione, per avere il documento urbanistico necessario alle fasi successive e procedere già nel 2021 con i primi permessi a costruire. Si potrà procedere con lo stesso iter utilizzato per l’ex Manifattura Tabacchi in un percorso di interesse turistico regionale. Come ha detto il sindaco in Gran Guardia, dove il master plan è stato presentato alla stampa. Erano presenti il presidente della Regione del Veneto, l’amministratore delegato FS Sistemi Urbani, ing. Umberto Lebruto, il vicesindaco e assessore alla Viabilità e l’assessore alla Pianificazione urbanistica e Ambiente.

“Questo è un sogno che diventerà realtà e che cambierà per sempre il volto della città – ha detto il Sindaco di Verona Federico Sboarina -. Non ho paura di essere smentito, il Central Park si farà e in tempi ancora più veloci di quanto previsto. Siamo una città olimpica, il 2026 è la nostra deadline e non ci faremo trovare impreparati. E’ la riqualificazione del cuore della città, la cucitura della ferita che divide il centro storico dalla parte sud e dai quartieri di Golosine, Santa Lucia e Borgo Roma. Quest’area diventerà un grande polmone verde, con una viabilità modificata che andrà a risolvere molti imbuti e che sarà qualificata dalla sostenibilità ambientale. E’ la mia visione di Verona, un tessuto urbano non più diviso in due dalla ferrovia,con uno sviluppo urbanistico basato sulla rigenerazione senza consumo di suolo, togliendo dal degrado edifici ed aree da anni in disuso per restituirli ai quartieri di appartenenza, in una logica in cui lo sviluppo economico e commerciale va di pari passo con quello residenziale. Molte città europee hanno già fatto la rigenerazione urbana con la creazione di zone verdi, quello di Verona con l’86% dell’area a parco è ad oggi quello che destina a verde la percentuale più alta in Europa. Anversa è al 75%, Berlino 81%, Barcellona 24%, Lipsia 58%, Milano 57% e Bologna 28%. Gli edifici presenti saranno quelli necessari ad innalzare la qualità della vita, oltre alle strutture di servizio per le ferrovie ci saranno destinazioni sportive, servizi innovativi e spazi per il tempo libero. Un mix di funzioni che rendono il Central park sicuro e funzionale. Oggi è senza dubbio un giorno di cui essere orgogliosi e fieri, dopo tre anni di incessante lavoro. Sono decenni che si parla di realizzare un’area verde in questa zona strategica della città, noi ci riusciremo, Comune, Ferrovie dello Stato e Regione, insieme e con il coraggio di intraprendere strade in salita e nella convinzione di agire per il bene comune”.

Un dettaglio del progetto

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