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A scuola o a casa? Lite tra Regione e Miur sulla misurazione della febbre

Polemica aperta tra Miur e Regione sulla misurazione della febbre

Pubblicato il 10 Settembre, 2020

Si avvicina la data di apertura delle scuole e si alzano i toni delle polemiche su come gestire il ritorno in classe. L’ordinanza firmata dal governatore Cirio, che impone alle scuole la misurazione della febbre e alle famiglie di autocertificare la rilevazione, va contro le indicazioni del governo e ha sollevato un polverone. Dopo i mugugni da Roma, arriva la critica del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca che accusa la Regione di non fidarsi delle famiglie: “Le linee guida nazionali hanno affidato alle famiglie la misurazione della febbre senza ulteriori oneri per le stesse e per le scuole, insomma, verrebbe da dire che lo Stato ha fiducia e crede nella responsabilità genitoriale, la nostra Regione evidentemente no”. Manca ha anche definito l’ordinanza “tardiva e inappropriata che cambia le regole dettate dal governo senza valutarne gli effetti”. Non si è fatta attendere la replica, altrettanto polemica, del governatore Cirio. Anche in una nota “sottolinea che da settimane chiede al Governo che la misurazione dell febbre venga eseguita a scuola e, da settimane, ripete che se non fossero intervenuti da Roma lo avrebbe fatto lui con una ordinanza”. Il governatore ricorda poi che la Regione ha stanziato 500mila euro per l’acquisto di termometri e termoscanner per le scuole e rivelando che molte si erano già attrezzate per la misurazione della febbre “dimostrando di avere più buon senso di Roma”.

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