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Spedizione punitiva per un debito di droga, 9 arrestati vicini al clan Strisciuglio

L’aggressione avvenuta il 19 maggio scorso: in 7 si presentarono a casa dell’ex pusher del clan e lo pestarono brutalmente, aggredendo sessualmente la madre

Pubblicato il 10 Settembre, 2020

Un debito da 250 euro gli costò un pestaggio brutale e l’aggressione sessuale nei confronti di sua madre, intervenuta per difenderlo. A distanza di quasi quattro mesi sono stati arrestate ieri nove persone vicine al clan Strisciuglio di Bari.

La spedizione punitiva risale al 19 marzo scorso. In otto, sette dei quali identificati e arrestati, su ordine di Vittorio Bruno Faccilongo, fratello del boss Saverio, detenuto al 41 bis e reggente del clan al quartiere San Pio-Enziteto di Bari, si recarono a Palese, a casa di Samuele Iacobbe, 23 anni, ex spacciatore del clan e attualmente collaboratore di giustizia. In quella occasione, oltre a picchiare brutalmente il ragazzo, reo di aver trattenuto 250 euro derivanti dalla vendita di stupefacenti, il gruppo si accanì anche contro sua madre, davanti al padre disabile e al nipote minorenne.

“Vi diamo 15 giorni di tempo per andarvene, altrimenti vi uccidiamo” avrebbero detto a Iacobbe e ai suoi familiari dopo il pestaggio, avvenuto a volto scoperto, con qualcuno che tratteneva la vittima e la madre mentre gli altri lo colpivano con un tirapugni mentre uno faceva il “palo” fuori dall’abitazione.

In carcere, su ordine della Dda, sono finite nove persone: i sette aggressori, il mandante e una donna, Laura Loiacono, suocera di Faccilongo, accusata di aver minacciato e aggredito i familiari di Iacobbe alcuni mesi dopo il pestaggio e dopo aver saputo della sua decisione di collaborare con la giustizia. Alla identificazione i carabinieri sono arrivati grazie alle dichiarazioni delle vittime, inizialmente reticenti per paura di ritorsioni, e alle telecamere di videosorveglianza della zona.
   
 I reati contestati, a vario titolo e in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso, sono di lesioni aggravate, violenza privata, atti persecutori, violazione di domicilio e, per uno di loro, di violenza sessuale nei confronti della madre del ragazzo aggredito.

A pochi mesi dal brutale pestaggio e dopo che Iacobbe e la sua famiglia erano stati scortati in località protetta, anche altri familiari del ragazzo, residenti nel quartiere di Santo Spirito, la nonna e uno zio con moglie e figlia minorenne, hanno denunciato di aver subito aggressioni e minacce di morte dalla suocera di Faccilongo.

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