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Aborto: in Piemonte stop Ru486 nei consultori. Si accende lo scontro politico

Pubblicato il 16 Settembre, 2020

Niente somministrazione della Ru486 nei consultori, stop alla distribuzione in Day Hospital alla fine dell’emergenza Covid, raccordo delle istituzioni con i movimenti pro vita. Sono le linee guida che la Regione Piemonte potrebbe approvare a breve sull’aborto farmacologico, con una apposita delibera, in contrasto con quelle del ministero della Salute. L’iniziativa, anticipata dalle pagine locali della Stampa, è dell’assessore Maurizio Marrone, che ad agosto aveva attivato l’avvocatura regionale contro il governo. 

Quella sull’aborto farmacologico “è una proposta dell’assessore” Marrone, “che verrà portata prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali”. Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sulla delibera dell’esponente FdI che, in contrasto con le linee guida nazionali, impone il ricovero per la somministrazione della Ru486.

Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, dopo aver letto dell’iniziativa dell’assessore in Piemonte Maurizio Marrone in favore di una delibera regionale per vietare la somministrazione della Ru486 per l’interruzione di gravidanza nei consultori per lo stop alla distribuzione in Day Hospital alla fine dell’emergenza Covid, ha telefonato – secondo quanto si apprende – al presidente della Regione Alberto Cirio esprimendo la propria preoccupazione e per capire se tale proposta fosse all’ordine del giorno della Giunta. Cirio, sempre secondo quanto viene riferito, avrebbe rassicurato il ministro spiegando come tale iniziativa non sia in programma al momento e conferma: “Non c’è nessuna delibera”.

Ma si accende lo scontro politico con il sostegno della deputata Augusta Montarulli (sempre di FdI), che spiega: “Con questa proposta di contro linee guida, che stiamo sottoponendo ai nostri alleati Lega e Forza Italia, il Piemonte può diventare per l’intero centrodestra nazionale il laboratorio di contratto alla banalizzazione dell’aborto”. Decisamente contrari a questa prospettiva la Sindaca Chiara Appendino ed alcune esponenti del centrosinistra in particolare le parlamentari del Pd Anna RossomandoChiara Gribaudo e Francesca Bonomo  che ha dichiarato: “grave, gravissimo quanto rischia di accadere, in Piemonte, sul fronte della salute delle donne e dei loro diritti di autodeterminazione e libertà. Conquiste di decenni, confermate e aggiornate recentemente, potrebbero essere messe in discussione dalla giunta di Cirio”.

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